Figli di sanitari a scuola? Il Comune: "Non sono ammessi"

Non si placa la polemica dopo la scelta di alcuni dirigenti di ammetterli in presenza. "Possibilità solo per studenti disabili o con bisogni speciali"

Studenti in classe (immagine di repertorio)

Studenti in classe (immagine di repertorio)

Bologna, 8 marzo 2021 - "I figli dei medici non sono ammessi a scuola". Lo ha detto a chiare lettere il Comune di Bologna dopo che alcuni dirigenti scolastici come la preside Giovanna Facilla dell'Istituto comprensivo 19 aveva ammesso di fatto in presenza i bambini con genitori impegnati nel settore sanitario. Non si placa quindi a Bologna il caos sulla questione nonostante la zona rossa in vigore da oggi anche per nidi e materne.

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Il Comune oggi, che nei giorni scorsi aveva raccolto le richieste dei genitori potenzialmente interessati, conferma che i soli a poter accedere alle lezioni in presenza sono quelle per i quali il ministero ha concesso la deroga, vale a dire alunni disabili, con bisogni educativi speciali (Bes) e per i laboratori.

Il ministero dell'Istruzione - spiega il Comune con un comunicato - ha fornito nella giornata di domenica 7 marzo 2021 un chiarimento sulla propria precedente nota del 4 marzo 2021 per quanto riguarda l'attività in presenza in zona rossa a seguito dell'entrata in vigore dell'ultimo Dpcm del 2 marzo 2021: il ministero ha ribadito la sospensione delle attività dei servizi educativi per l'infanzia e lo svolgimento con modalità a distanza delle attività scolastiche delle scuole di ogni ordine e grado: l'unica possibilità di svolgere attività in presenza riguarda esclusivamente i bambini e ragazzi con disabilità e con bisogni educativi speciali nonché per le attività laboratoriali".

Dunque nessuna categoria professionale dei genitori è compresa. In seguito al chiarimento ministeriale, il Comune di Bologna sta inviando una "comunicazione a tutte le famiglie che nei giorni scorsi hanno compilato la richiesta di attivare l'attività educativa in presenza per ragioni legate alla situazione lavorativa dei genitori, confermando a partire da martedì 9 marzo l'apertura dei servizi 0-6 per i soli casi contemplati dal Dpcm e dalla nota del ministero dell'Istruzione".

"In attesa della riapertura in presenza, superata questa difficile fase della pandemia -  afferma ancora Palazzo D'Accursio - per tutti coloro che non possono rientrare a scuola sarà attivata la modalità educativa a distanza".

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