Guarito dal tumore, diventa medico: la sua storia (legata a Bologna) in un libro

Con ‘La vita è una corsa impazzita verso la felicità’ Simone Colangeli torna al Rizzoli, dove è stato curato e dove si è formato come chirurgo, in veste di autore: “Qui sono rinato”. Anche il fratello Marco è ortopedico e lavora proprio allo Ior

L'Istituto Ortopedico Rizzoli. Nel tondo: Simone Colangeli

L'Istituto Ortopedico Rizzoli. Nel tondo: Simone Colangeli

Bologna, 18 dicembre 2023 - Sarà presentato domani all’Istituto Ortopedico Rizzoli il libro ‘La vita è una corsa impazzita verso la felicità’ di Simone Colangeli che è anche un ex paziente del Rizzoli e ora ortopedico che, dopo la specializzazione allo Ior, vi ritorna in veste di autore.

La vita è una corsa impazzita verso la felicità sarà tenuto a battesimo dal direttore generale del Rizzoli Anselmo Campagna e dal fratello, Marco Colangeli, ortopedico della Clinica III a indirizzo oncologico del Rizzoli.

Il libro, edito da Albatros, racconta la storia di Simone che, a 11 anni, scopre di avere un osteosarcoma, viene ricoverato al Rizzoli e inizia il suo percorso di cura.

La famiglia lo segue, i genitori e il fratello Marco sempre vicini. Simone guarisce, dopo mesi al Rizzoli si crea un legame indissolubile con l’ospedale e con il personale che lo ha curato e assistito, tanto che sia lui che il fratello decideranno dopo questa esperienza di studiare medicina e diventare ortopedici. Simone si è specializzato al Rizzoli e oggi lavora presso il Nuovo Ospedale San Giovanni di Dio a Firenze. Il fratello Marco si è stabilito a Bologna e lavora presso la clinica ortopedica III a prevalente indirizzo oncologico dell’Istituto.

Un libro nato dalla volontà di raccontare e condividere questo pezzo di vita, nella speranza di accompagnare e dare forza a chi deve affrontare un percorso simile.

"Torno a casa, quella che chiamavo così da quando ero bambino. – scrive su Facebook Simone Colangeli -. Torno a Bologna, la città in cui sono rinato per la seconda volta. Torno dai miei genitori e mio fratello e dai colleghi che mi hanno fatto diventare uomo e chirurgo. Un onore presentare il libro all’Istituto ortopedico Rizzoli e soprattutto nell’aula che porta il nome del Prof. Mario Campanacci a cui devo la vita. Non c’era al mondo posto migliore di questo. Eternamente debitore. Grazie Bologna, grazie Rizzoli”. 

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