Tracce di Magnus. Si possono trovare alla Buca delle Campane, dove ci sono ancora gli affreschi del 1961 che il grande autore bolognese aveva realizzato per i goliardi della Balla dell’Oca. Quei disegni, firmati ’Magnus Pictor Fecit’, sono all’origine del nome d’arte di Roberto Raviola. Tracce di un legame fortissimo con la sua città di nascita, che Magnus abbandonò per un periodo durante il sodalizio con Luciano Secchi (Max Bunker), con cui darà vita ai suoi personaggi più popolari – Alan Ford, Kriminal e Satanik –, ma che ritroverà in età matura, fino a concludere la sua vita a Castel Del Rio, sull’Appennino, dove è morto prematuramente nel 1996.
Sfogliando quel Tex gigante, ‘La valle del terrore’, si possono ritrovare i boschi dell’alta valle del Santerno: "La cifra è l’attenzione minuziosa al dettaglio – racconta Luca Baldazzi, esperto di fumetti e redattore di Coconino press –. Per disegnare una scena di un agguato notturno dei banditi contro Tex e Kit Carson, Magnus fece svariate camminate notturne nei boschi per verificare in che modo cadesse la luce della luna sulle foglie. Voleva realizzare la scena nel modo più preciso possibile, ‘per rispetto verso il lettore’, diceva sempre". Proprio Baldazzi è la nostra guida nella puntata odierna del nostro podcast ‘il Resto di Bologna’, che si focalizza sul Magnus bolognese.
Il podcast svela e racconta particolari noti e meno noti dei personaggi e delle storie della nostra città, è gratuito e può essere ascoltato sul nostro sito (basta inquadrare il QR Code in prima pagina di cronaca) oppure su piattaforme come Spotify o Apple e Google podcast.
Maestro dei chiaroscuri, Magnus ci fa dono anche di una Bologna dark, quasi da romanzo hardboiled: l’occasione è data dalle illustrazioni del romanzo di Loriano Macchiavelli ’Sarti Antonio e il malato immaginario’ (edizioni Cappelli), risalente alla fine degli anni Ottanta, "che inizia con un delitto in via Saragozza e il protagonista indaga su un giro di droga che coinvolge anche cliniche private – racconta Baldazzi –. In questi dettagliati disegni, Magnus ci mostra la metà oscura della nostra città".
Andrea Bonzi