I tempi di vita e i 30 all’ora. Ascom ripensa l’ora di punta: "Studenti in classe dalle 7,45"

I commercianti hanno presentato le loro proposte per un nuovo piano regolatore della città "Serve un sacrificio, altrimenti Bologna rischia di bloccarsi". Alle superiori si entrerebbe alle 8,40.

I tempi di vita e i 30 all’ora. Ascom ripensa l’ora di punta: "Studenti in classe dalle 7,45"

I tempi di vita e i 30 all’ora. Ascom ripensa l’ora di punta: "Studenti in classe dalle 7,45"

I commercianti dell’Ascom l’avevano annunciato mesi fa e la promessa l’hanno mantenuta. La richiesta al resto della città è di buon senso, e in particolare nella sua prima manifestazione è rivolta al mondo della scuola e alla pubblica amministrazione: compiere un sacrificio tutti insieme per rimodulare gli orari di ingresso, in modo da decongestionare il traffico tra le 7,45 e le 9 del mattino. E non solo. Il corposo pacchetto è stato presentato dall’associazione nella sua sede di Strada Maggiore, a fare gli onori di casa il presidente Enrico Postacchini e il direttore Giancarlo Tonelli.

"Oltre ad ampliare la finestra d’ingresso alle elementari, la nostra idea è far slittare leggermente in avanti l’inizio lezioni per scuole superiori", ha sottolineato lo stesso Tonelli. Alle 7,45 l’ingresso per i ragazzi e le ragazze della primarie, 8,40 la prima campanella per le superiori. Il pre e il post per i bambini dai 6 ai 10 anni è già coperto dal servizio offerto dalle cooperative del settore, ma con la proposta di Ascom lo stesso servizio potrebbe diventare a carico del Comune (ora la spesa è a carico delle famiglie). E quindi gratuito per la collettività. Per Ascom, però, il lavoro è soprattutto sulla mentalità della città. "Questa proposta richiede il coinvolgimento dei sindacati, di Tper, delle associazioni di categoria, dell’Università – ha continuato il direttore –. Crediamo che il tavolo già esistente debba essere allargato anche all’azienda del trasporto pubblico. Con quello che accadrà nei prossimi anni, in termini di cantieri, se la città non lo fa, sbaglia". Sul tavolo c’è anche il prolungamento degli orari degli uffici pubblici di pomeriggio. "Se non fosse stata introdotta la misura del limite dei 30 chilometri orari in tutta la città, potremmo continuare a fare come adesso – ha spiegato il presidente Postacchini –. Le scuole media non vengono toccate da questa nostra proposta. Tornando ai 30 all’ora, la misura ancora non è rispettata, ma se si andrà davvero ai 30 chilometri all’ora, per renderla efficiente e non negativa e limitativa per la città, oltre alla sincronizzazione dei semafori, ancora non tarati sui nuovi limiti, serve un cambio degli orari degli uffici pubblici, delle aziende, delle famiglie. Questo è un comparto che ha già vissuto la liberalizzazione al 100% del settore – ha continuato il presidente Postacchini –, ci è stato chiesto di lavorare la domenica, sembrava che se non si fosse stati in grado di fornire un litro di latte alle 2 di notte, sarebbe cascato il mondo. Il settore non ha mai avuto paura a sacrificarsi, oggi chiede al resto del mondo di fare un piccolo sacrificio sugli orari". Oltretutto, ha concluso il presidente, "i mezzi intasati potrebbero avere un effetto negativo: una città non in grado di gestire i flussi, si trova congestionata. La misura della città ai 30 all’ora non ha a che fare con l’ambiente, ma potrebbe avere effetti negativi su questo aspetto".

Per ora la proposta di Ascom non coinvolge i negozi. Infatti per quanto concerne gli orario delle imprese "del terziario e dei pubblici esercizi, non si ravvisano particolari problematiche, dal momento che, a seguito della liberalizzazione delle attività produttive e commerciali e dei relativi orari, sul territorio viene garantita un’ampia fascia oraria di servizio che non si sovrappone a quella di punta mattutina".

Paolo Rosato

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