Il papà: "Quel dolore non andrà mai via. Ora venga fatta giustizia"

Vincenzo ha atteso la decisione del giudice assieme alla moglie Giusi: "Restiamo fiduciosi"

È stata una lunga giornata quella con cui si è aperto il processo a carico del 16enne accusato di essere l’assassino di Chiara Gualzetti. Una lunga giornata di cui i genitori dell’adolescente uccisa a coltellate e calci lo scorso 27 giugno non si sono persi un secondo. Vincenzo e Giusi Gualzetti infatti sono arrivati in via del Pratello, davanti al Tribunale, già da un’ora prima del processo, accompagnati e sostenuti da alcuni amici della figlia, rimasti il tempo necessario per venire a conoscenza del rinvio per sostenerli.

Un rinvio commentato ’a caldo’ dal legale della famiglia Gualzetti, l’avvocato Giovanni Annunziata, specificando come "la difesa (dell’assassino, ndr) ha fatto una richiesta di giudizio abbreviato condizionato a una consulenza psichiatrica. Lo possono fare e se la difesa ora ritiene necessaria questa ulteriore attività difensiva è nelle sue disponibilità chiedere una nuova perizia al giudice a nominare un perito terzo", ha commentato Giovanni Annunziata appena fuori dalla soglia del tribunale dopo la notizia del rinvio di udienza al 3 maggio.

Breve invece il commento davanti al tribunale del papà di Chiara, Vincenzo Gualzetti, sul rinvio e la richiesta di una nuova perizia psichiatrica sul 16enne avanzata da parte della sua difesa. "Lo facciano pure. Voglio avere fiducia nella giustizia". Successivamente al confronto con il proprio avvocato, Gualzetti ha poi aggiunto come "tornare e ritornare su quanto accaduto resta molto doloroso. Doloroso quando se ne parla, quando ci sia alza la mattina. Doloroso andare in tribunale. Ma oggi (ieri, ndr) è stato più un discorso di tensione nell’attesa di sapere le decisioni del giudice. Abbiamo vissuto la giornata all’esterno dell’aula, anche sperando in una sentenza per un momento. Ma prendiamo atto della decisione del giudice. Continuiamo a chiedere una pena esemplare e aspettiamo anche questo 3 maggio, pur sapendo che l’allungarsi dell’attesa rende le giornate snervanti". E ancora un passaggio sul "dolore di aver perso una figlia, che non se ne andrà mai – conclude Vincenzo Gualzetti –. Non vediamo l’ora di arrivare al dunque di questa faccenda, con la speranza che giustizia verrà fatta e che la morte di mia figlia possa prendere un valore. Non tanto per lei stessa purtroppo. Ma la speranza è che tutto quello che stiamo facendo sia utile per il futuro. Mi auguro che nessuno possa più passare ciò che abbiamo passato noi. Perchè è devastante".

f.z.

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