ANDREA BONZI
Cronaca

Israele divide Bologna. La vice boccia il sindaco

Clancy si dissocia dalla decisione di Lepore: un errore esporre la stella di David "Le critiche dei pro Palestina? Doloroso per me essere definita sionista".

Clancy si dissocia dalla decisione di Lepore: un errore esporre la stella di David "Le critiche dei pro Palestina? Doloroso per me essere definita sionista".

Clancy si dissocia dalla decisione di Lepore: un errore esporre la stella di David "Le critiche dei pro Palestina? Doloroso per me essere definita sionista".

La tregua delle bandiere è durata lo spazio di un sospiro. L’esposizione del vessillo israeliano da una finestra di palazzo d’Accursio – accanto allo stendardo della Palestina e a quello arcobaleno della Pace – è riuscita a dividere non solo la maggioranza, ma anche la giunta di centrosinistra che governa Bologna. Ieri, infatti, la vicesindaca Emily Clancy, esponente di Coalizione civica, ha ribadito la critica della sua lista alla mossa fatta da Matteo Lepore: "Il sindaco ha fatto questa scelta, annunciata da tempo nella speranza di un cessate il fuoco in Medioriente. Noi abbiamo detto cosa ne pensiamo". Parole calibrate al millimetro, che però non possono nascondere la sostanza, quella di una distanza politica tra il sindaco e la sua vice, che avrebbe volentieri evitato l’aggiunta della Stella di David. Non solo: pure Giuseppe Tarsitano, eletto in consiglio con la lista Lepore, ha espresso in consiglio il suo ’no’ all’esposizione della stella di David: "Quella bandiera rappresenta un governo che cessa il fuoco ma non le proprie pretese coloniali, uno Stato che nella sua storia è stato protagonista di un susseguirsi di soprusi e che porta avanti un genocidio durato 15 mesi e appena sospeso". Insomma, anche qui distanze incolmabili.

Ma riavvolgiamo il nastro. Il primo gennaio, la comunità ebraica diserta la marcia per la Pace che, l’anno precedente, aveva visto manifestare insieme comunità islamica, ebrei e cattolici, con in testa il cardinale Matteo Zuppi (che ieri ha espresso vicinanza ai parenti degli ostaggi liberati e ai palestinesi). Tutte e tre le religioni, insomma, con il cappello dell’amministrazione. Daniele De Paz, portavoce degli ebrei bolognesi, aveva parlato di una decisione "dolorosa", ma inevitabile, in quanto l’evento passava proprio sotto palazzo D’Accursio, dove il sindaco aveva esposto il vessillo palestinese, prendendo così "una parte" nel conflitto. Allora il sindaco aveva mantenuto il punto, sperando a breve in una tregua in Medioriente per fare un gesto distensivo: obiettivo ricucire il rapporto con la Comunità ebraica. Al primo accenno di cessate il fuoco (tutt’ora precario), ecco dunque la Stella di David. Ma come succede nelle tifoserie, i sostenitori della Palestina non l’hanno presa bene.

E domenica in piazza sono scesi 400 giovani palestinesi, sfilando con slogan e fumogeni in centro: un appuntamento già deciso, ma che ha assunto un altro significato (tra i manifestanti, qualcuno aveva pensato anche di rimuovere la bandiera bianca e blu, ma arrampicarsi è parsa, a ragione, una follia). Nell’occasione, i manifestanti hanno attaccato al palazzo uno striscione, che bollava Lepore e Clancy "servi del Sionismo". Un accostamento che non è passato inosservato. "È una parola molto seria ed è fonte di dolore vederla accostata al mio nome e cognome – osserva la vicesindaca – Né io né il sindaco chiaramente lo siamo, anzi c’è un impegno netto a favore del popolo palestinese e della costruzione di condizioni di pace. Inviterei tutti a concentrarci su questo obiettivo".

Una reazione che non è sfuggita a Daniele Nahum, consigliere comunale nelle fila di Azione: "Faccio notare alla vice sindaca che il tanto vituperato sionismo è una dottrina simile al nostro Risorgimento, basata sul diritto del popolo ebraico ad avere una patria. Insomma, non si può certo considerare il sionismo una parolaccia da cui distaccarsi".