BENEDETTA CUCCI
Cronaca

La Decadenza del mondo nel gioco dei secoli

Teatri di Vita presenta la stagione: gli anni Venti del ’900 e quelli del Duemila. E Adriatico porta in scena D’Annunzio per tre anni

Teatri di Vita presenta la stagione: gli anni Venti del ’900 e quelli del Duemila. E Adriatico porta in scena D’Annunzio per tre anni

Teatri di Vita presenta la stagione: gli anni Venti del ’900 e quelli del Duemila. E Adriatico porta in scena D’Annunzio per tre anni

Decadenza è la parola guida della stagione inverno-primavera dei Teatri di Vita che raccoglie le "vestigia degli anni Venti" e inaugura dal 10 al 12 gennaio con Giulio Colangeli in ’Le volpi’. Come racconta il direttore artistico Stefano Casi la programmazione è costruita su nove spettacoli che ragionano su decadenza e decadentismo e tra le nuove produzioni spunta ’Il piacere. Libro 1’ diretto da Andrea Adriatico. L’abbonamento per la stagione, che è stata presentata al pubblico la sera del 6 gennaio in occasione della ’Tombola decadente’ e che ha premiato lo spettacolo del 2024 più votato dal pubblico ’La costanza della mia vita’ di Pietro Giannini, è di 69 euro.

Casi, nella nuova stagione si crea un continuo rimando tra gli anni Venti del Novecento e quelli del Duemila. Stagione all’insegna della provocazione?

"L’effetto è voluto. Guardandoci intorno l’impressione è quella della decadenza di questo mondo coi problemi politici, le guerre, le questioni sociali, l’avanzata della destra. Sono tutti elementi sconfortati che ci trasmettono questa suggestione che richiama anche il Decadentismo, e c’è un collegamento tra decadenza e un fiorire di produzioni artistiche e culturali. Abbiamo giocato immaginando la stagione come ’vestigia degli anni Venti’, senza la pretesa di essere esaustivi, ma come tracce di questo decennio che, riprendendo un pezzo dei Bluvertigo, invita a goderci la decade della decadenza. Gli anni Venti per l’Italia hanno rappresentato un decennio molto sensibile, va ricordato, e c’era molta creatività".

Il Piacere’ di D’Annunzio andrà in scena a marzo: scelta davvero inaspettata.

"Quando Andrea Adriatico me ne ha parlato sono rimasto molto colpito, anche perché ha pensato di farlo a tappe, in tre anni, una scelta spietata. Come andrà in scena, come lui ci voglia lavorare, lo sapremo più avanti, ora è tutto top secret, ma con le premesse di Andrea, con tutto il lavoro fatto in passato su Pasolini e sui generi, quando ha lavorato alla resa scenica di Petrolio di Pasolini e su Camere separate di Tondelli… Ecco, non riesco a immaginare come si possa portare Il Piacere in scena e soprattutto il primo capitolo, che sarà oggetto dello spettacolo di marzo, così anti-teatrale: sarà una bella sfida, sono curiosissimo. Con Il Piacere, come accade spesso con la nuova produzione, si costruisce il senso di una stagione che in questo caso ruota attorno alla decadenza".

L’altra nuova produzione, firmata da Andrea Adriatico è dall’altra parte della barricata narrativa perché è ’Sette bambine ebree’ di Caryl Churchill.

"Produzione che ci porta al senso della decadenza contemporanea. Si tratta di un testo del 2009 della Churchill, che ha come sottotitolo ‘Un’opera per Gaza’, un’opera in sette quadri, ognuno dei quali vede una bambina ebrea attraverso la storia, dalla persecuzione degli ebrei sotto il nazismo fino ai bombardamenti su Gaza, una riflessione sul senso della storia, sui suoi ricorsi, sull’essere da una parte e dall’altra".