L’architettura di Lepore: "Sono come opere d’arte". Ma il ministero attacca

La missione del sindaco: "Faremo presto, quei supporti sono storici per l’Italia". La sottosegretaria Lucia Borgonzoni: "Tempi ancora dilatati senza una ragione".

L’architettura di Lepore: "Sono come opere d’arte". Ma il ministero attacca

L’architettura di Lepore: "Sono come opere d’arte". Ma il ministero attacca

"L’obiettivo è fare presto, fare bene e mettere in sicurezza la Torre Garisenda entro il 2024". Matteo Lepore ha nuovamente suonato la carica del Comune pro-Garisenda, annunciando l’utilizzo dei tralicci usati per la torre di Pisa anche per mettere al sicuro la Garisenda. Il mantra di Palazzo d’Accursio, dopo la fretta forsennata pre-natalizia, adesso è fare bene e con calma. "La torre non è a rischio crollo – ha ribadito ieri Lepore in mezzo a diverse dichiarazioni alla stampa –. Quello che faremo ci consentirà di mettere in sicurezza la torre, e di poter uscire dalla zona di allerta gialla, stabilita dalla Protezione civile, e riportare l’area nella zona verde che vuol dire sicurezza per tutti e anche una possibile riapertura al pubblico della Torre Asinelli".

Ad avanzare la soluzione è stato il gruppo di esperti ingaggiato da Palazzo D’Accursio (Nunziante Squeglia, Stefano Podestà, Massimo Majowiecki e Francisco Giordano). Sono stati appena messi, ma presto potrebbero dire addio a Bologna, anche i container rossi messi dalla ditta Fagioli. "Il tempo per il restauro sarà definito in base al progetto che si farà, ma non sarà più una corsa contro il tempo – ha tranquillizzato tutti Lepore –. Non vedo l’ora di togliere i container rossi, ma vista l’operazione importante occorre avere dati certi sul fatto che la messa in sicurezza funzioni e servirà un periodo di monitoraggio". Di conseguenza, anche la viabilità non potrà essere modificata finché i container continueranno ad occupare l’area. "Credo che il problema non sarà il costo, perché l’Opera della Primaziale Pisana è stata molto collaborativa – ha aggiunto il sindaco –. I due macchinari sono due opere d’arte. Majowiecki e i suoi collaboratori idearono e disegnarono questi tralicci che hanno una forma architettonica importante e iconica, sono nella storia dell’arte del nostro Paese e credo sia anche una bella cosa il fatto che vengano riutilizzati". La dirigente Manuela Faustini ha invece spiegato perché è stata ragionevolmente esclusa la possibilità di rimuovere la cima della Garisenda per metterla in sicurezza. "A parte l’impatto molto importante, dal punto di vista cantieristico era praticamente impossibile visto il contesto molto urbanizzato", ha riferito la responsabile dell’Edilizia.

Non convinta dal modus operandi del Comune è Lucia Borgonzoni, sottosegretaria leghista alla Cultura, che per prima con la soprintendente Francesca Tomba segnalò l’ottobre scorso lo stato di allerta improrogabile legato alla torre. "Il Comune continua a dilatare i tempi di intervento, ci si chiede se abbiano capito che c’è un’urgenza, sembra ormai che tutta quell’apprensione pre-natalizia sia diventata una boutade. Evidentemente l’andatura a 30 all’ora la declinano ovunque – incalza l’esponente del governo Meloni –. Cercano periodicamente di raccontare una buona novella, ma sembrano sempre in alto mare. In altre parti del mondo, un intervento del genere lo avrebbero assicurato in un paio di mesi, basti pensare a quanto successo con il Morandi. Invece sono sempre tremendamente lenti, e i cittadini continuano a essere colpiti dai disagi. Noi come ministero – aggiunge Borgonzoni – ci siamo già detti disponibili ad aumentare la nostra somma di intervento, ma devono farlo anche Comune e Regione. Se venisse presentato un progetto serio domani mattina, compreso di restauro e con costi certi, i bolognesi accorrerebbero per donare. E invece siamo ancora nel caos".

Paolo Rosato

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