Les Copains, il piano per salvare i lavoratori

Ieri il presidio davanti alla sede bolognese di via Stendhal. I sindacati: "Un tavolo tecnico per chiedere gli ammortizzatori sociali"

Il presidio indetto da Flictem Cgil di ieri mattina, in via Stendhal

Il presidio indetto da Flictem Cgil di ieri mattina, in via Stendhal

Bologna, 1 marzo 2022 - Alle spalle una storia lunga oltre 70 anni. All’orizzonte, invece, un destino di incertezza. È un’aria tutt’altro che distesa a far da cornice al presidio – indetto da Flictem Cgil – che, ieri mattina, ha riunito davanti ai cancelli della sede bolognese in via Stendhal i dipendenti di Les Copains. Se la messa in stato di liquidazione decisa dalla Super Srl della famiglia Zambelli – proprietaria della griffe dal 2019 – mina il futuro dello storico marchio bolognese, a vagare nell’incertezza sono più di trenta lavoratori, che non esitano ora a far sentire la propria voce.

Come reso noto dal funzionario Flictem-Cgil, l’udienza sull’istanza di fallimento di Les Copains è prevista l’8 marzo: "Domani (oggi, ndr), ci sarà un tavolo tecnico per chiedere gli ammortizzatori sociali, così da mantenere le lavoratrici in forza e non disperdere le professionalità – afferma Bolognesi – È la Super a essere in crisi, non il marchio". E, in concomitanza con il presidio, il Tavolo metropolitano di salvaguardia del patrimonio produttivo si è concentrato nell’individuare le strade per mettere in sicurezza i lavoratori rispetto agli ammortizzatori sociali.

"Ritengo positivo che si possa verificare la possibilità di attivare al più presto gli ammortizzatori – ha argomentato Sergio Lo Giudice, Capo di gabinetto metropolitano e delegato al Lavoro –: ringrazio sindacati e istituzioni per l’impegno e Rodolfo Zambelli, amministratore delegato di Super, per la rinnovata disponibilità al confronto.

Confermo – l’aggiunta – che sarà nostra cura contribuire al percorso con l’obiettivo di garantire la continuità aziendale a tutela di lavoratori e lavoratrici e di vigilare affinché non ci siano speculazioni rispetto al marchio. Abbiamo messo in campo la disponibilità di Insieme per il lavoro – ha poi concluso – di garantire per l’accesso a prestiti agevolati, allentando la pressione economica sui lavoratori coinvolti".

Sebbene le speranze non siano di certo svanite, è stato un "forte senso di amarezza" ad accomunare chi, ieri, ha presidiato davanti alla sede. "Non riceviamo lo stipendio da novembre, ed ogni qualvolta lo abbiamo fatto presente, sembrava stessimo richiedendo qualcosa che non ci spettava – commenta la dipendente Paola Vecchi –. Ci abbiamo creduto fino all’ultimo giorno, o meglio, fino all’ultima sera, quando alle 17 ci hanno comunicato che il giorno successivo non avremmo più dovuto recarci a lavoro. In questi ultimi tempi, ognuno di noi ha assunto ruoli che non erano i propri per fare fronte alle difficoltà come, ad esempio, quando ci siamo trasferiti in questo stabile in pieno periodo Covid. Senza esitare, ci siamo rimboccate le maniche perché da parte nostra c’era una grande fiducia. Ora meritiamo di ottenere quello che ci spetta".

"Con questo presidio intendiamo smuovere la situazione a livello mediatico – continua Paola Vecchi –. La speranza è che ci sia una cordata di imprenditori bolognesi nel settore della moda perché, come ben sappiamo, il marchio vale ed è molto richiesto".

 

 

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