
Blitz all’alba della Direzione antimafia: imprenditore in manette, sequestrate due gelaterie. Fondamentale il coraggio di un commerciante che ha resistito a pressioni e intimidazioni.
Gestiva diverse società intestate a prestanome, riciclando soldi – con ogni probabilità di natura illecita – attraverso operazioni fraudolente per sfuggire ai controlli della Finanza. A finire in manette è un imprenditore calabrese di 64 anni vicino alla ’Ndrangheta (residente da anni nel Bolognese), pregiudicato, raggiunto dalla misura cautelare emessa dall’Ufficio gip del Tribunale e già oggetto, in passato, di un sequestro patrimoniale per traffico di sostanze stupefacenti. Fondamentale il coraggio di un commerciante, che ha trovato la forza di denunciare ai carabinieri le pesanti minacce ricevute dall’imprenditore, dando un’accelerata alle indagini che, da anni, si concentravano sui movimenti dell’uomo.
Il blitz della Direzione investigativa antimafia, coordinato dalla Procura insieme con il coinvolgimento della polizia, dei carabinieri e di unità cinofile della Finanza, è scattato ieri all’alba: a finire sequestrate sono state due gelaterie in città, che l’imprenditore gestiva in maniera irregolare.
Il 64enne, come detto, ha continuato nel tempo a gestire le società intestate però ad altri due soggetti, una donna e un uomo residente a Padova, per cui è stato disposto l’obbligo di firma. E non è da escludere che, in passato, abbia messo le mani anche su altre attività nel campo della ristorazione. Visti i precedenti giudiziari e la misura emessa in ambito patrimoniale, il curioso modus operandi era quello di giustificare la propria presenza all’interno delle imprese tramite false assunzioni: in questo modo l’imprenditore vicino alla criminalità organizzava risultava infatti un dipendente delle gelaterie stesse, nel tentativo di eludere i controlli delle forze dell’ordine. Ma non è bastato.
È stato un negoziante a trovare la forza di denunciare e far emergere il sottobosco di intestazioni fraudolente, screening societari e altre operazioni messe in campo dall’imprenditore. La vittima, dopo aver subito minacce di morte anche dai toni pesanti, ha deciso un anno fa di rivolgersi ai carabinieri per denunciare l’accaduto. È allora che i militari dell’Arma hanno inoltrato la segnalazione alla Procura, imprimendo una svolta alle indagini già in essere. Così l’imprenditore è finito in manette: ora dovrà rispondere dei reati di intestazione fittizia di società, tentata estorsione e anche detenzione e porto abusivo d’armi. Le forze dell’ordine, infatti, lo avrebbero trovato in possesso di una pistola mai regolarmente registrata.
Soddisfazione da parte del procuratore aggiunto Francesco Caleca e del sostituto procuratore Beatrice Ronchi: "L’ammirazione verso questo commerciante è duplice: innanzitutto non ha chinato la testa, dopo essere stato minacciato, poi ha denunciato immediatamente l’accaduto, dando un contributo fondamentale". Dello stesso avviso anche il colonnello della Guardia di Finanza Marco Marricchi, direttore del centro Dia di Bologna, e il maggiore Walter Colasanti, dirigente della Polizia giudiziaria.
"Un ringraziamento importante per questa operazione va sicuramente alle forze dell’ordine e alla magistratura – commenta invece Giulia Sarti, delegata alla lotta alle mafie di Comune e Città metropolitana –. L’esempio encomiabile dato dal commerciante che ha denunciato dimostra la fiducia nelle istituzioni preposte: sarà nostro preciso impegno quello di non farlo sentire isolato, ma piuttosto parte di una comunità che rifiuta, denuncia e contrasta ogni illegalità".