Marco Biagi, 22 anni dopo. Lorenzo ricorda il padre: “È un monito a non dimenticare”

Le Acli hanno organizzato un incontro con il figlio del giuslavorista ucciso dalle Nuove Brigate Rosse. Stasera l’omaggio con la biciclettata dalla stazione fino in via Valdonica e la deposizione di una corona di fiori

Bologna, 19 marzo 2024 – “Se mio babbo fosse qui adesso sarebbe strafelice per il Bologna. Allo stadio, io e mio fratello ancora abbiamo gli stessi posti in tribuna che occupavamo insieme a lui".

Lorenzo ricorda il padre Marco Biagi (nel riquadro) ucciso 22 anni fa dalle Nuove Br sotto casa, in via Valdonica
Lorenzo ricorda il padre Marco Biagi (nel riquadro) ucciso 22 anni fa dalle Nuove Br sotto casa, in via Valdonica

Ventidue anni dopo, l’immagine del Marco Biagi più intimo è affidata al lessico famigliare di suo figlio Lorenzo, che ha fatto della condivisione di quella memoria una delle sue ragioni di vita. Ieri, il secondogenito del giuslavorista ucciso sotto casa, in via Valdonica, dalle Nuove Brigate Rosse il 19 marzo del 2002, è stato ospite di un incontro divulgativo online organizzato dall’Acli di Bologna.

Con Filippo Diaco, presidente del Circolo Acli Marco Biagi, e Chiara Pazzaglia, presidente provinciale delle Acli, Lorenzo ha ribadito l’attualità del lavoro di suo padre, confluito in quel Libro Bianco di cui sono stati letti alcuni passi nel corso della diretta Facebook. L’incontro si è aperto con un momento di raccoglimento: "In questo momento in Italia si contano 570 famigliari di vittime del terrorismo. Questo omaggio è per tutti", ha detto Lorenzo Biagi, ribadendo l’importanza che pagine terribili della nostra storia non vengano dimenticate.

"Vado nelle scuole, sia medie che superiori – ha spiegato –, a parlare con i ragazzi. Mi colpisce la loro genuina ingenuità. A volte mi chiedono come faccia a raccontare quello che ho vissuto... Sono colpito da tanta sensibile partecipazione, ogni volta è un’esperienza meravigliosa".

Ed edificante, perché dà modo a Lorenzo di parlare non solo di suo padre, ma anche dell’importanza del dialogo, del linguaggio che "non deve mai trascendere nella violenza". Perché il pericolo di una recrudescenza di simili ideali di odio è sempre alle porte: "Mio padre è stato tacciato di essere l’uomo che ha introdotto la precarietà del lavoro – dice ancora Lorenzo –. Non è così. Va studiato il suo lavoro, per analizzarlo in maniera complessiva. I ragazzi devono sapere chi era Marco Biagi, cosa sono state le Brigate Rosse che l’hanno ucciso... Purtroppo queste pagine della nostra storia non vengono affrontare nei programmi scolastici. Ed è un grande errore, secondo me, oscurare 70 anni della nostra storia, non fornire ai ragazzi strumenti per analizzare quello che sono stati gli anni di piombo, il terrorismo, per il nostro Paese".

Questa sera, come tradizione, alle 19,20 alla stazione si ritroveranno i partecipanti alla biciclettata in ricordo del giuslavorista, che partirà, diretta verso piazzetta Marco Biagi, alle 19,50. All’arrivo del gruppo, in via Valdonica verrà deposta una corona di fiori e seguirà un minuto di silenzio. Poi, brani di poesie e musica accompagneranno questo toccante momento. Un monito a non abbassare mai l’attenzione verso rigurgiti di violenza mai del tutto sopiti.

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