Nipote in affitto, una startup che aiuta gli anziani

Assistere i malati e dare a loro e agli operatori sanitari un supporto tecnologico, volto a colmare il gap digitale. È questo l’obiettivo di ‘Nipote in affitto’, startup in arrivo nell’area metropolitana, che prevede l’affiancamento di giovani assistenti qualificati nelle nuove tecnologie agli anziani. Il progetto supporta gratuitamente gli assistiti della Fondazione Ant, grazie al sostegno di Emil Banca, istituto di credito cooperativo da 54mila socia e 184mila clienti, sempre al fianco della fondazione . "Il nostro è un servizio molto richiesto, che vuole supportare le persone non native digitali nella transizione – dice Roberto Salamina, ceo e co-founder di Nipote in affitto-. Vogliamo essere un ponte, connettendo le generazioni e supportando pazienti, medici e operatori, nell’utilizzo di software e tecnologia". Sul territorio, una decina di giovani della startup, che hanno tra 22 e 35 anni, lavorerà con ‘Butterflife’, dispositivo che monitora i cinque parametri vitali – ritmo cardiaco, saturazione di ossigeno, temperatura, pressione arteriosa e frequenza respiratoria -, che verranno poi trasferiti a una piattaforma, condivisa con il personale medico sanitario, per tenere sempre aggiornato il quadro clinico dei pazienti.

La startup alleggerisce e semplifica il lavoro degli operatori medici. "Ant segue il modello socio assistenziale per gli anziani, che vogliamo rimanga attivo – afferma la presidente Raffaella Pannuti-. Questo ponte è necessario e mantiene l’umanità nella telemedicina". "L’operazione va verso l’innovazione, utilizzata per aiutare le persone, abbattendo le barriere della distanza", conclude Daniele Ravaglia, direttore generale di Emil Banca e vicepresidente Ant. Il servizio di accompagnamento sociale si occupa anche della creazione dello Spid, la consultazione del fascicolo sanitario elettronico, anche a distanza.

m.m.