No vax Bologna, 50 sospesi tra Ausl e Sant’Orsola

Focus sugli Ordini professionali: senza immunizzazione 180 medici, 122 infermieri, cinquanta psicologi e undici veterinari

I nuovi contagiati dal Covid scendono a 88, i ricoveri sono 125

I nuovi contagiati dal Covid scendono a 88, i ricoveri sono 125

Bologna, 11 novembre 2021 - I vaccini somministrati dall’Ausl, a partire dallo scorso 27 dicembre, stanno per arrivare complessivamente a un milione e mezzo. Ma finora tra gli immunizzati non è compreso un gruppo di operatori sanitari della nostra provincia e "il 75% di loro lavora nell’ambito del privato, sia dipendenti sia liberi professionisti", ha precisato l’altro giorno Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di sanità pubblica, settore a cui competono gli accertamenti.

I sospesi di Ausl e Sant’orsola

Le lettere vengono spedite a varie categorie di operatori che non hanno ancora adempiuto all’obbligo vaccinale, tra di loro medici, infermieri, psicologi, veterinari, chimici, biologi e così via. Fino a lunedì scorso, i dipendenti Ausl sospesi erano 35: un medico con contratto di collaborazione, uno psicologo, 13 infermieri, 7 persone di altri comparti sanitari, 2 operatori socio-sanitari, 11 professionisti della medicina convenzionata. Sempre fino alla stessa data, al Sant’Orsola si registravano 15 sospesi, ossia tre medici, nove infermieri e tre di altri comparti sanitari.

I medici

Luigi Bagnoli, presidente dell’Ordine dei medici, sottolinea che "su 11.500 iscritti, le sospensioni inviate ai colleghi sono state circa 180, ma molti di loro lavorano fuori Bologna, mentre altri una volta ricevuta la lettera decidono di vaccinarsi, quindi i numeri cambiano ogni giorno. Chi sono? Lavorano sia nel pubblico, sia nel privato, tra loro anche odontoiatri e 11 medici di famiglia, ma uno si è già vaccinato. Sono sorpreso che tra i destinatari degli accertamenti ci siano anche giovani medici, alcuni appena laureati con 110 e lode: con un corso di studio appena concluso dovrebbero conoscere il significato del vaccino e avere il senso etico e deontologico per non mettere in pericolo le persone da loro assistite".

Gli infermieri

A Pietro Giurdanella, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia risulta che "sono 122 gli infermieri sospesi, tra pubblico e privato, su un totale di 8mila iscritti. Sono arrivate in questi mesi 180 lettere, ma sessanta colleghi hanno poi deciso di vaccinarsi. Spero che ci ripensino anche altri, la profilassi è l’unica arma per combattere il Covid".

Gli psicologi

Anche tra gli psicologi si fanno i conti. "Nella provincia, a cui sono iscritti in 2.488, i sospesi oscillano tra 50 e 60 – riferisce Gabriele Raimondi, presidente dell’Ordine regionale degli psicologi –, mentre in l’Emilia-Romagna il numero sale a circa 230 su oltre 8mila iscritti. Le posizioni dei colleghi sono diverse, alcuni hanno l’idea di non vaccinarsi, altri vivono con fatica il fatto che esista un obbligo, per altri ancora si tratta di paura".

I veterinari

Giuseppe Cascio è il presidente dell’Ordine dei medici veterinari della provincia: "A oggi risultano sospesi 11 colleghi su 1.040 iscritti, sono liberi professionisti e noi vigileremo sulla loro retta condotta nel rispetto della salute pubblica".

I positivi

I nuovi positivi scendono da 138 a 88, con 41 sintomatici, mentre per 43 casi sono ancora in corso le indagini epidemiologiche.

Trenta contagiati sono inseriti in focolai, 58 sono sporadici.

I ricoverati

Negli ospedali sono assistiti 125 pazienti. Ieri i nuovi ricoveri, tra Ausl e Sant’Orsola, sono stati 7, mentre in serata erano attesi altri 4 pazienti da Imola. In terapia intensiva 12 pazienti, uno in più.

La richiesta all’Aiop

"Ci è arrivata una formale richiesta, da parte dell’Ausl – precisa Averardo Orta, presidente provinciale Aiop –, di altri 20 posti letto Covid a bassa intensità, oltre i 31 già attivi a Santa Viola. Richiesta che ho prontamente inoltrato a tutte le nostre tredici strutture dell’area metropolitana, chiedendo di dare una risposta nei primi giorni della prossima settimana. Quindi, qualora ci fossero ospedali privati che manifestano la loro disponibolità, potremmo cominciare a mettere a disposizione i letti ragionevolmente dopo il 25".

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