Covid Bologna, dai No vax insulti e richiesta di terapie speciali

Bordon (Ausl): "Gente senza preparazione che si permette di dare indicazioni cliniche in ospedale, nelle ondate precedenti non accadeva"

Un reparto di terapia intensiva covid

Un reparto di terapia intensiva covid

Bologna, 31 dicembre 2021 - "Tristezza e rabbia": sono i sentimenti di Paolo Bordon nei confronti dei No vax perché la loro presenza negli ospedali continua ad aumentare, in particolare nelle aree critiche.

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Che cosa direbbe a chi non si è ancora vaccinato? "La situazione per queste persone sta peggiorando. Sono appena andato nella terapia intensiva del Maggiore per un incontro abituale – risponde il direttore generale dell’Ausl – e ho trovato pazienti giovani, intubati, che non dovrebbero essere lì, ma a casa loro o altrove, e che invece rischiano la vita. È incomprensibile quello che sta accadendo in questa fase, c’è anche chi vuole dettare le terapie al personale. C’è gente senza nessuna preparazione che si permette di dare indicazioni cliniche ai nostri operatori che adesso sono mortificati e sconfortati. Prima non era mai accaduto".

È a conoscenza di qualche episodio? "Più d’uno. Ci sono casi di tutti i tipi: chi si è rifiutato di ricevere il trattamento a domicilio ed è morto. È successo una settimana fa. Ci sono poi persone che si presentano dai nostri medici di medicina generale dando loro l’indicazione dei farmaci da prescrivere oppure arrivano negli ambulatori e presentano dei foglietti con terapie di pseudo-sanitari. E c’è anche chi in ospedale vorrebbe dettare i trattamenti, con la preoccupazione che se messo in terapia intensiva possa ricevere chissà quali farmaci o vaccini. Durante le ondate precedenti nessuno si permetteva questi comportamenti. A volte, ci sono state anche violenze verbali".

Verso chi? "Nei riguardi dei medici di famiglia, aggrediti verbalmente o presi a male parole perché non prescrivevano quello che veniva loro chiesto. Sono episodi difficili da capire secondo la logica e fanno molto arrabbiare perché ci sono persone che muoiono per le loro idee, inesatte dal punto di vista scientifico. E poi c’è il tema dell’assistenza".

Può chiarirlo? "Noi siamo amministratori di risorse pubbliche e adesso nelle terapie intensive il 75% dei malati non è immunizzato. Per curarli dobbiamo destinare in quei reparti medici e infermieri che avremmo potuto utilizzare altrove: tutto questo fa tristezza e rabbia".

Il sindaco Matteo Lepore si è espresso a favore dell’obbligo vaccinale. Qual è la sua posizione? "Ideologicamente sono per il convincimento e non per l’imposizione. Ma adesso il Paese e la nostra comunità stanno pagando un prezzo altissimo per colpa di questi irriducibili, siamo sotto scacco per il comportamento di pochi. Su questo dovranno riflettere anche i decisori politici e, se si arriverà all’obbligo, noi come Azienda saremo favorevoli. Chi ha seguito il percorso indicato può infettarsi, ma in maniera lieve ed è protetto da gravi ospedalizzazioni. Al momento si vaccinano 10mila persone al giorno per il booster , mentre si presentano per la prima dose solo in qualche decina: troppo pochi".

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