Operazione Garisenda. I cavi della Torre di Pisa per metterla al sicuro. Lavori entro il 2024

Il Comune ha scelto di utilizzare gli stessi macchinari, budget da chiarire. Tre le fasi, soltanto più avanti si deciderà se provare a ‘raddrizzarla’. I pezzi dei tralicci saranno da montare. Restauro forse tra due anni.

Operazione Garisenda. I cavi della Torre di Pisa per metterla al sicuro. Lavori entro il 2024

Operazione Garisenda. I cavi della Torre di Pisa per metterla al sicuro. Lavori entro il 2024

Paolo

Rosato

Assomigliano ad argani d’assalto medievali, questi strani ’bagagli’, per usare un termine affettuoso da umarell un po’ indiscplinato, che sorgeranno presto attorno alla Garisenda. Non che siano i soli, di container rossi se n’è già scritto ampiamente, ma per far star sereni tutti il Comune ha deciso di utilizzare, al fine di mettere definitivamente al sicuro la torre malata, gli stessi due tralicci che sono stati usati a Pisa per sistemare la pendente di Piazza dei Miracoli.

Un’operazione che in sei mesi, ha assicurato ieri Matteo Lepore, dovrebbe partire con slancio. Al più tardi, si comincerà con il valzer entro la fine dell’anno. Il budget per la messa in sicurezza è top secret, il sindaco ha mostrato ottimismo anche lì: "Diciannove milioni di euro raggiunti tra finanziamenti e raccolta fondi dovrebbero bastare per questo e per altre cose". Venticinque anni fa per il restauro della Torre di Pisa, complessivamente, servirono 50 miliardi di lire, ma di sicuro la decisione di avvalersi degli stessi cavi di Pisa è dettata da ragioni di praticità e risparmio. Quella torre fu raddrizzata di 12 centimetri, qualcosa del genere potrebbe accadere anche per la Garisenda, che comunque non verrà rimessa ‘a fuso’ come nelle tazze ormai da collezione che si possono comprare da Starbucks in via d’Azeglio.

LA FASE A

Quando furono utilizzati per la Torre di Pisa, i due tralicci furono ancorati al suolo con un sistema di pali che si spinge fino a 30 metri di profondità. La parte esterna dei due grandi cavalletti, invece, è alta 12 metri. Ma nel caso di Bologna questo non basterà: i macchinari dovranno essere appoggiati su una struttura metallica, in modo che la loro altezza arrivi intorno ai 18 metri. I macchinari pisani potranno essere utilizzati quasi come sono. "Siamo andati a Pisa per verificarne lo stato di manutenzione – ha riferito, al finaco di Lepore, la direttire del settore Edilizia del Comune, Manuela Faustini Fustini –. Sono tutto sommato in buone condizioni: ci sono alcune parti arrugginite, ma sono comunque funzionali". Del resto, l’Opera della Primaziale Pisana ha garantito che i tralicci siano stati costantemente manutenuti fino al 2019. Bisognerà però sostituire tutta la parte software, che permette di controllare il tiro dei cavi: una funzione che ha pesato molto nella scelta di questa soluzione, perchè il sistema "consente un controllo molto preciso del tiraggio, in tempi molto stretti". I macchinari dovranno essere smontati, portati uno stabilimento per la manutenzione e poi trasferiti a Bologna per l’installazione. Nella fase A, i due tralicci avranno solo una funzione di presidio passivo e in pratica i cavi non eserciteranno una vera forza di tiro sulla torre.

LE FASI B e C

In una seconda fase si interverrà invece per migliorare le caratteristiche meccaniche della muratura. L’incremento di resistenza sarà ottenuto attraverso interventi di consolidamento tradizionali, quali per esempio iniezioni di miscela di malta a base di calce idraulica compatibile con quella presente. L’intervento di messa in sicurezza si dovrebbe concludere, nella fase C effettuate quindi le necessarie verifiche, con la messa in tiro dei cavi delle torri di contrasto. Quest’ultima fase avrà la finalità di migliorare il livello di sicurezza della Garisenda, operando una riduzione dello stato di sollecitazione alla base della zona più critica. Il tiro orizzontale, eventualmente, sarà valutato in funzione dei dati disponibili del monitoraggio e sull’esito dell’intervento di messa in sicurezza della fase precedente. "Una volta terminate queste fasi, potremo dire di aver messo in sicurezza la Garisenda – ha aggiunto Faustini –, per procedere poi con il consolidamento della parte sommitale e con il vero e proprio restauro materico sia interno che esterno".

A queste attività si arriverà nel 2025 o più probabilmente nel 2026. Si valuterà anche una possibile azione sulle fondamenta, al momento ritenuta dal Comune "non prioritaria".

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