Dava lavoro a connazionali irregolari in pizzerie a Bologna: pakistano arrestato a Manchester

L’uomo era ricercato da tre anni: era a capo di un’organizzazione finalizzata all’immigrazione clandestina, con anche la compiacenza dei datori di lavoro. Le prime indagini nel 2013

Ricercato da tre anni a Bologna, cittadino pakistano arrestato a Manchester: era a capo di un'organizzazione finalizzata all'immigrazione clandestina

Ricercato da tre anni a Bologna, cittadino pakistano arrestato a Manchester: era a capo di un'organizzazione finalizzata all'immigrazione clandestina

Bologna, 21 marzo 2024 – Ricercato da tre anni a Bologna, un cittadino pakistano è stato ritrovato a Manchester: l'uomo è accusato di aver consentito l'ingresso e la permanenza nel territorio italiano di suoi connazionali irregolari, reclutati nel proprio paese d'origine e trasferiti nel capoluogo emiliano, dove gli era offerto un alloggio e venivano impiegati in pizzerie d'asporto.

Venerdì scorso l'Interpol ha rintracciato e arrestato l'uomo, dopo il mandato di cattura della Procura Generale presso la Corte d'Appello di Bologna: dovrà scontare una pena di 8 anni e 8 mesi di reclusione per reati connessi al favoreggiamento e lo sfruttamento dell'immigrazione clandestina.

La sua individuazione e localizzazione all’estero è stata possibile grazie l’attività investigativa condotta dalla Sezione Criminalità Straniera della Squadra Mobile di Bologna e la Sezione Investigativa del Servizio centrale operativo (SISCO), coordinata dal Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia.

L’organizzazione

Il ricercato era a capo di un'organizzazione che regolarizzava cittadini pakistani attraverso domande di emersione o di sanatoria compilate con dati fasulli. Non solo: l'associazione a delinquere sfruttava anche la compiacenza di alcuni datori di lavoro italiani e stranieri, che simulavano assunzioni fittizie, garantendo così la documentazione necessaria a regolarizzare la loro permanenza in Italia.

Le operazioni illecite avvenivano a seguito del pagamento da parte dei cittadini irregolari di cospicue somme di denaro, fino a 10.000 euro, sia in territorio italiano sia in territorio pakistano.

"Pizza Travel”

Le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna risalgono al 2013, nell’ambito dell’operazione nota con il nome “Pizza Travel”, con la quale venivano coinvolti altri otto soggetti tutti condannati per fatti analoghi con sentenze definitive.

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