Pass falsi, 4 indagati sono bolognesi

Sottoposti all’obbligo di dimora dal gip. Tre le misure già eseguite dalla Questura

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Pronti a tutto, pur di non vaccinarsi, ma ottenere comunque il Green pass. Pronti a rivolgersi persino a veri e propri ’broker’ di No vax e recarsi fino ad Ancona, al centro vaccinale allestito nell’impianto sportivo Paolinelli, dove un infermiere professionista di 50 anni fingeva di fare i vaccini all’interno del box, salvo poi gettare via la siringa con il siero prima di mettere il cerotto e avviare comunque la procedura valida a fare ottenere ai ’clienti’ No vax il Green pass. È questo il vaso di Pandora, l’ennesimo riguardante i metodi illeciti per l’ottenimento della carta verde, scoperchiato ieri dall’operazione ’Euro Green Pass’, eseguita dalla Squadra mobile di Ancona coordinata dalla Procura marchigiana e che ha interessato con la misura dell’obbligo di dimora anche 4 persone residenti nel territorio bolognese, di cui una non eseguita perchè la destinataria non è stata reperibile.

L’indagine ha compreso 24 perquisizioni e circa 18mila euro sequestrati, oltre a 50 misure cautelari, a firma del gip Carlo Masini, una delle quali in carcere per l’infermiere 50enne, altre quattro agli arresti domiciliari per altrettanti ’broker’ di No vax, con le accuse di corruzione, falso ideologico e peculato, continuati e in concorso a vario titolo con altri 45 indagati, sottopostisi secondo la Procura alla falsa iniezione e colpiti perciò dalla misura dell’obbligo di dimora e l’obbligo di firma. Per quanto riguarda le misure eseguite sul territorio, queste hanno interessato un uomo 58enne di Zola Predosa, A.V., che si sarebbe recato all’hub vaccinale di Ancona per il falso vaccino da fare assieme alla figlia, minorenne. Ancora, un’altra destinataria è una donna di 51 anni, J.L., residente a Castel Maggiore e un’altra donna, di 48 anni, C.C., residente a San Giovanni in Persiceto, arrivata all’hub anche lei, sempre secondo l’accusa, assieme al proprio figlio minorenne. Rispettivamente, i falsi vaccini sui bolognesi sarebbero stati eseguiti ad Ancona l’8 e il 18 dicembre.

La modalità era la stessa: soldi, una somma uguale o maggiore a 300 euro secondo gli inquirenti, per vaccino, finto. Secondo quanto ricostruito, l’arrivo all’hub per i ’clienti’ No vax era coordinato dai broker, che in contatto con l’infermiere guidavano i richiedenti del Green pass senza vaccino al box in cui operava l’infermiere compiacente. "In questa occasione si vede che" l’infermiere "’spara verso terra’, ovvero dentro uno scatolone presente nel box, il contenuto della siringa", come riassunto nelle 200 pagine redatte dal Tribunale marchigiano.

Francesco Zuppiroli

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