Passante Bologna, 128 milioni di euro per gli espropri

Ecco la cifra complessiva degli indennizzi, accordi bonari per 81 milioni. Di Benedetto (Lega): "C’è il rischio di una valanga di cause"

Il caso della famiglia Caporaloni: verrà loro espropriata una porzione di terreno

Il caso della famiglia Caporaloni: verrà loro espropriata una porzione di terreno

Bologna, 28 aprile 2022 - I cantieri del Passante di nuova generazione si apriranno nel 2023 e dureranno circa 55 mesi. Prima, però, si procederà con gli espropri che partiranno ad agosto, mentre il progetto esecutivo dell’opera è prevista per la fine dell’anno.

Sono oltre mille le lettere arrivate ai proprietari e si contano diverse centinaia di procedure di esproprio che riguardano diverse situazioni tra terreni agricoli, fabbricati industriali, garage, cortili, giardini e verrà pure coinvolta una parrocchia (quella di San Donnino). In sintesi, sul totale delle superfici coinvolte, il 67 per cento sono acquisizioni permanenti, il 30 per cento occupazioni temporanee, mentre il 3 per cento riguarda servitù di passaggio.

Le indennità da corrispondere ai proprietari, stando alla risposta all’interrogazione del consigliere leghista Matteo Di Benedetto da parte dei tecnici di Palazzo d’Accursio, ammontano a 128 milioni di euro.

Di questi, però, solo 81 milioni sono andati a buon fine con accordi bonari (in cui, in pratica, i soggetti a cui viene espropriato il bene accettano le condizioni pattuite con l’ente), mentre i restanti 47 milioni sono previsti per espropri e indennizzi. Tradotto: il rischio di una valanga di contenziosi è dietro l’angolo.

Un rischio che viene sottolineato dalla Lega.

"Per i lavori del Passante sono previsti circa 128 milioni di euro di spesa per l’acquisizione dei beni immobiliari che insistono laddove dovranno avere luogo i lavori per il Passante di mezzo. Circa 81 milioni per accordi bonari, mentre per i restanti 47 milioni si tratta di espropri con i relativi indennizzi. Da qui, per case private, immobili industriali, campi agricoli, spazi verdi, la prima domanda che sorge è: quanti contenziosi ci saranno?", si chiede l’esponente del Carroccio. Che con Cristiano Di Martino, del dipartimento provinciale Mobilità e Infrastrutture del partito di Matteo Salvini, sottolinea "il rischio di essere sommersi di cause, che potrebbero vedere il Comune soccombente".

Il motivo è presto spiegato: c’è la possibilità che chi non accetta l’accordo bonario lo faccia perché non concorda sulla valutazione dell’immobile fatta dal Comune e voglia procedere per vie legali contestandola, è il ragionamento dei leghisti.

DI Benedetto e Di Martino insistono: "Tutto questo succede perché si procede nel voler far passare un’autostrada dentro la città. Nel 2022 è assurdo che si continui in questa direzione che non costituisce una soluzione definitiva e al contempo rischia di paralizzare la città per anni, considerando la sovrapposizione con i cantieri del tram. Si rischia, così, solo di cementificare, in tutti i sensi, i problemi del traffico e dello smog senza risolverli".

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro