"Per la ’Butterfly’ è stato fatto l’impossibile"

Questa sera il debutto al Comunale Nouveau con l’opera di Puccini. Il regista Aliverta racconta i retroscena dell’allestimento

"Per la ’Butterfly’ è stato fatto l’impossibile"

"Per la ’Butterfly’ è stato fatto l’impossibile"

di Marco Beghelli

Dopo il taglio del nastro, lo scorso giovedì, seguito da un piccolo concerto, il Comunale Nouveau in Fiera è atteso questa sera alla prova del palcoscenico (ore 20). È curioso notare la coincidenza degli eventi: nel 1975 l’adiacente Sala Europa, inaugurata anch’essa dall’Orchestra del Comunale, ospitò come prima opera una ’Madama Butterfly’ già presentata nel teatro di piazza Verdi, esattamente come avviene questa settimana per il Comunale Nouveau, sul cui palcoscenico si riadatta un vecchio allestimento della stessa opera di Puccini, per 6 recite (19, 21, 22, 23, 24, 25 febbraio). Nel primo cast, Latonia Moore al suo debutto italiano e in sostituzione di Maria José Siri, Luciano Ganci, Aoxue Zhu e Dario Solari, diretti da Daniel Oren. Dopo aver messo in scena, il mese scorso, l’opera ’Mirandolina’ su un palcoscenico sinfonico, il regista Gianmaria Aliverta è stato qui chiamato a un ancor maggiore virtuosismo: inventarsi una regia propria a partire da scene e costumi creati nel 2009 per un altro allestimento di ’Butterfly’, adattandolo a un palcoscenico che fino alla settimana scorsa non esisteva.

Maestro, cosa ha trovato e cosa manca nella nuova struttura?

"Prima di qualunque commento (e non è piaggeria) devo premettere che il teatro sta lavorando in modo encomiabile per arrivare al meglio a questa inaugurazione, pur in condizioni oggettivamente problematiche, smuovendo l’impossibile: non è un atto dovuto, ma si sente davvero tanta voglia di fare, ancor più forte dopo i due anni di continue chiusure che tutti abbiamo conosciuto. Trasferire un teatro non è uno scherzo, ed io mi sono sentito chiamato a mettere il mio piccolo tassello in questo grande progetto di una città intera che ha fermamente deciso di non privarsi degli spettacoli. Tutto si costruisce giorno dopo giorno, e continuerà a costruirsi anche dopo questa ’Butterfly’, durante la stagione. Resteranno i limiti oggettivi di un palcoscenico basso, come in un cinema, senza graticcia da cui poter far scendere anche un semplice velo, senza un sottopalco, senza la possibilità di movimenti automatizzati, come nelle strutture estive all’aperto, e con oggettive difficoltà nell’uso delle luci dall’alto, cui manca la necessaria profondità. Lo spettatore non sa tutto questo, ed è forse giusto che non lo sappia, anche se continuerà poi ad attendersi sempre lo spettacolo di alto livello. Di certo ne godrà da ogni posto in sala, tutti a visibilità piena, in poltroncine comode in un ambiente accogliente. Anche la resa acustica non è per niente male, superiore a quanto ci attendevamo: merito dei tecnici del suono che ci hanno lavorato tantissimo".

E cosa vedremo in scena?

"L’allestimento che mi hanno chiesto di riutilizzare si è adattato sorprendentemente bene al nuovo spazio, con piccole modifiche e semplificazioni. È un Giappone finto, da tour operator, visto con gli occhi dell’americano attratto dal turismo sessuale, là dove la musica ci fa vivere la vicenda con gli occhi illusi di Butterfly, convinta di aver trovato la sua America".

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