Processo Amato, le amiche di Isa: "Lei non era pronta a separarsi. Ma l’amante di lui la tormentava"

In aula continuano i racconti dei testimoni: "La priorità di Linsalata è sempre stata proteggere i figli". L’analisi della bottiglia di vino presa dalla sorella nel 2019: "Positiva al Midazolam, non al Sevoflurano".

Processo Amato, le amiche di Isa: "Lei non era pronta a separarsi. Ma l’amante di lui la tormentava"

Processo Amato, le amiche di Isa: "Lei non era pronta a separarsi. Ma l’amante di lui la tormentava"

Storia di un matrimonio finito in tragedia. Al processo a Giampaolo Amato, l’oculista di 64 anni accusato di avere ucciso a ottobre 2021 la moglie Isabella Linsalata, 62, e la suocera Giulia Tateo, 87, con un mix letale di Midazolam (benzodiazepina) e Sevoflurano (anestetico ospedaliero), si ripercorrono i passaggi della crisi che ha sconquassato la famiglia. Dalla scoperta della relazione extraconiugale di Giampaolo da parte della moglie e dei figli, passando per i malesseri di Isabella nella prima metà del 2019, fino al tragico epilogo del 31 ottobre 2021, quando la donna è stata trovata senza vita. I moventi dei (presunti) omicidi sarebbero sentimentale ed economico.

La Corte d’assise presieduta dal giudice Pier Luigi Di Bari ha sentito una lunga lista di testimoni dei pm Morena Plazzi e Domenico Ambrosino. Il carabiniere del Ris di Parma che a maggio 2022 coordinò le analisi della bottiglia di vino conservata per tre anni dalla sorella di Isabella, Anna Maria, che l’aveva presa dalla casa della parente dopo averla trovata stordita a seguito di una cena col marito, in cui lui le aveva offerto quell’alcolico. Bottiglia risultata positiva al Midazolam. Il Sevoflurano, pur cercato nell’esame precedente all’esito dell’autopsia, non è stato trovato. Poi, l’oculista che sostituì Amato al pronto soccorso il giorno del ritrovamento della moglie senza vita – "Era molto agitato, mi disse che doveva correre a casa perché la moglie non gli rispondeva. Poi mi richiamò urlando ’è morta, è morta’" –. Talvolta i due prestavano attività in libera professione insieme ("Ma Giampaolo non voleva mai soldi, lo obbligavo solo a volte ad accettare un regalo di 100-200 euro"). Poi è toccato a un amico e a diverse amiche della coppia, in particolare di Isabella. "Quando seppi della sua morte – racconta Annarita Belardinelli – corsi a casa sua. Trovai Giampaolo che diceva cose secondo me inappropriate al contesto, tipo ’adesso mi devo difendere da questi avvoltoi’, riferendosi ad alcune amiche di Isa presenti in casa". E Rosangela Di Nocco, avvocato civilista: "La aiutai a diffidare l’amante di Giampaolo, che tormentava lei e la figlia Anna Chiara con foto, messaggi, appostamenti sotto casa. Quasi atti persecutori: Isabella non voleva vendicarsi, solo proteggere i suoi figli, destabilizzati da tutta la faccenda" della relazione extraconiugale del padre. E ancora :"Voleva intestare a Nicola lo studio di Giampaolo, per tutelarlo in caso di separazione; ma Isa, benché rassegnata alla fine del matrimonio, non era pronta a formalizzare uno stato che di fatto già esisteva". Paola Nicoli: "Il 23 febbraio 2019 eravamo a cena e Isa mi disse che Giampaolo le aveva fatto un prelievo dolorosissimo. Lui negò, ma lei era provata, non riusciva a reggere le posate –. Poi mi disse che a volte si svegliava a letto al mattino e non ricordava di come ci era arrivata, la sera prima".

Federica Orlandi

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