PIERLUIGI TROMBETTA
Cronaca

"Questa Unione non è al capolinea. Da Pellegatti sgarbo istituzionale"

I sindaci Martelli, Falzone, Iovino e Bassi intervengono dopo l’addio di Persiceto a Terre d’Acqua "Se l’ente dovesse sostenere maggiori costi per il recesso, verranno addebitati al Comune uscente".

I sindaci di centrosinistra al presidio dei sindacati contro lo scioglimento dell’Unione Terre d’Acqua

I sindaci di centrosinistra al presidio dei sindacati contro lo scioglimento dell’Unione Terre d’Acqua

"Nessun capolinea per l’Unione di Terre d’Acqua, avanti senza San Giovanni. Il problema non riguarda i sindaci del Pd". A parlare sono i primi cittadini di Calderara, Giampiero Falzone, di Crevalcore Marco Martelli, di Anzola, Paolo Iovino e di Sala, Emanuele Bassi che replicano al sindaco di San Giovanni in Persiceto Lorenzo Pellegatti in merito all’uscita dall’Unione da parte di Persiceto. Giovedì sera nel consiglio comunale di San Giovanni si è tenuta la votazione che ha sancito l’uscita del Comune dall’Unione.

Il consiglio ha deliberato, con dieci voti favorevoli ("Impegno Comune" e "Gruppo Lega Salvini premier") e quattro contrari ("Idee in marcia per Persiceto e frazioni"). Il recesso avrà effetto dal primo gennaio 2026. "È bene chiarire – precisano Iovino e Bassi – che Sala e Anzola, per ragioni strettamente legate ai propri bilanci, hanno dovuto ricorrere al Tar per il mancato riconoscimento dei crediti derivanti dalle multe. E bisogna anche ricordare che, nel 2022, il commissario prefettizio dell’Unione aveva proposto un accordo transattivo per chiudere la questione dei crediti delle multe con il pieno accordo, formalizzato e agli atti, dei Comuni di Sala, Anzola, Crevalcore e Calderara. Mentre fu proprio Pellegatti a rifiutarlo".

"Le condizioni per proseguire il cammino in Unione a sei c’erano – aggiungono tutti e quattro i sindaci all’unisono –. Ma Pellegatti ha voluto dare un segnale politico seguendo la sua maggioranza e non il confronto in Unione". "Da questo punto di vista – afferma Martelli, anche come attuale presidente dell’Unione – siamo davanti a un grave sgarbo istituzionale senza possibilità di replica da parte di chi è stato tirato impropriamente in ballo in una sede comunale, con ricostruzioni di parte e senza possibilità alcuna di replica".

"Guardando al futuro e in attesa di capire la scelta del Comune di Sant’Agata, che andrà in consiglio comunale il 28 aprile e ha tempo fino a 30 aprile per decidere se uscire dell’Unione, noi siamo convinti che l’Unione possa proseguire il suo percorso anche senza Persiceto. Possiamo cogliere questo nuovo assetto come opportunità di rilancio". "Se l’Unione in forma ridotta, senza San Giovanni – precisa infine Falzone –, dovesse inizialmente sostenere maggiori costi, anche solo in termini di spese generali, questi maggiori costi, senza alcun dubbio, verranno addebitati al Comune che ha deliberato un recesso unilaterale, come espressamente previsto dall’art. 12 della convenzione". E sull’Unione i sindacati Cgil, Cisl e Uil avevano organizzato presidi in piazza del Popolo sotto al municipio di San Giovanni e partecipato a consigli dell’Unione a favore della sopravvivenza dell’ente.

Pier Luigi Trombetta