
La dem Manuela Rontini
Grandi manovre al centro e tra i catto-dem dopo l’evento di Milano di sabato con l’ex presidente dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, il senatore Pd Graziano Delrio e l’ex premier Romano Prodi. Tra i presenti c’era anche la dem Manuela Rontini, sottosegretaria alla presidenza della regione Emilia-Romagna, vero e proprio braccio destro del governatore Michele de Pascale.
Che cosa ne pensa di tutto questo movimento al centro?
"Innanzitutto vorrei ringraziare Delrio che ci ha riuniti per un confronto pieno di spunti di riflessione interessanti. Credo che le culture politiche, quando non sfociano nel correntismo, siano un lievito prezioso per la comunità, soprattutto in un momento nel quale siamo tutti chiamati a riflettere sulla sfida della partecipazione, la tenuta della democrazia, andando oltre la politica del ‘mordi e fuggi’".
Crede possa nascere un partito centrista esterno al Pd?
"Il pluralismo è nel Dna del Pd. Al proprio interno accoglie culture e storie politiche della sinistra storica, riformista, ambientalista e del cattolicesimo democratico. Per questo il Pd funziona se ciascuno si sente a casa propria e valorizzato. Dall’altra parte non si può pretendere di essere rappresentativi di tutto e tutti. Vanno recuperati spazi di partecipazione. Le formule politico-partitiche vengono dopo".
Nella costruzione dell’alternativa alla destra, una forza centrista esterna al Pd è utile?
"Se ’centro’ significa considerarsi l’ago della bilancia, indispensabili per qualunque alleanza o formula di governo, sarebbe l’ennesima operazione di trasformismo. Se invece il centro diventa uno spazio per combattere la propaganda della destra, per recuperare senso delle istituzioni e una visione del bene pubblico slegata da interessi particolaristici, allora probabilmente sarebbe utile".
Teme una scissione nel Pd?
"Assolutamente no. Basta guardarci indietro per avere la certezza che le scissioni non portano fortuna a nessuno, né a chi le subisce, né a chi le promuove. Voglio essere chiara: a me non interessano. Non lascerò il Pd".
Con questi movimenti al centro si mette in discussione la leadership di Schlein?
"Le personalità che hanno proposto questi momenti di confronto hanno una storia e una credibilità tale che mi sento di dire che l’obiettivo è tutt’altro. Cioè, contribuire a quel lavoro di consolidamento del Pd che la segretaria sta portando avanti".
Finita la Dc, c’è spazio per un partito dei cattolici?
"Più che per un partito dei cattolici credo ci sia spazio e bisogno di un rinnovato impegno dei cattolici in politica".
Casini, su QN, ha ricordato che i cattolici votano sia a destra sia a sinistra...
"Casini dice una cosa vera. Sta a noi lavorare perché la nostra proposta politica sia sempre più appetibile anche per chi frequenta le parrocchie, si impegna nell’associazionismo e nel volontariato, opera avendo come riferimento la Dottrina sociale della Chiesa".
La giunta de Pascale rappresenta una coalizione ampia: il Pd deve sbilanciarsi più a sinistra o raccogliere più le istanze delle forze centriste?
"Per stare assieme occorre uno sforzo di generosità reciproca. De Pascale e la sua maggioranza sono riusciti a costruire questo percorso con successo, come si è fatto anche in tante amministrazioni locali. Dobbiamo continuare su questa strada".
Rosalba Carbutti