Aeroporto di Bologna, tassa anti rumore. Via libera dalla Regione

Applicazione Iresa al vaglio tecnico, M5S: partire subito

L’aeroporto Marconi

L’aeroporto Marconi

Bologna, 26 settembre 2018 - L’Emilia-Romagna apre alla tassa sul rumore aeroportuale. L’Iresa, questo il nome della tassa, era stata proposta in particolare come soluzione per arginare i problemi di inquinamento rumoroso causati dall’aeroporto di Bologna. “La maggioranza - spiega in una nota la capogruppo M5s in Regione, Silvia Piccinini - si è impegnata ad approfondire con i tecnici l’applicazione al più presto di questo strumento e quindi abbiamo deciso di ritirare l’emendamento per arrivare al raggiungimento certo dell’obiettivo”.

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Dunque, “registriamo che si è passati, da quando lo scorso anno evidenziammo la mancata applicazione di questa tassa regionale, da un no a priori ad una prima apertura. Adesso - prosegue la numero uno M5s - ci aspettiamo che il Pd tenga fede agli impegni presi oggi e che l’Iresa venga applicata al più presto. Sarebbe un davvero paradossale per una Regione che si è riscoperta autonomista non applicare un tributo di esclusiva competenza regionale”.

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I 5 Stelle esultano anche per un altro emendamento, non solo accolto nella sostanza ma approvato. Il testo impegna le società controllate e partecipate dalla Regione, tra cui Aster, a realizzare azioni di approfondimento delle possibilità applicative della tecnologia Blockchain anche attraverso la collaborazione con Lepida e ricercando sinergie con le Università emiliano-romagnole. “Siamo molto soddisfatti che la Regione si sia finalmente aperta a quella che e’ a tutti gli effetti una tecnologia rivoluzionaria”, spiega ancora Piccinini.

“Il Governo - sottolinea - sta già lavorando su questo tema perché attraverso la sua applicazione si può aumentare in modo esponenziale la tracciabilità di moltissime operazioni e può essere applicata in molti campi, uno su tutti la tutela del ‘made in Italy’. È un’opportunità da non perdere e crediamo che Aster sia il soggetto ideale per avviare un dialogo proficuo e di promozione e sostegno importante dei tanti vantaggi coinvolgendo anche il mondo delle imprese, della ricerca, dell’università, delle istituzioni. Serve un investimento concreto nella formazione anche attraverso l’individuazione di corsi cofinanziati con i fondi europei”.

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