I soldi del risarcimento per strage di Ustica usati per viaggi e Rolex: due bolognesi tra gli indagati

Sequestro preventivo di 130 milioni di euro da parte della Guardia di finanza di Milano. I due componenti del cda Itavia avrebbero azzerato il patrimonio aziendale, defraudandolo dei fondi ottenuti dai Ministeri della Difesa e delle Infrastrutture e dei Trasporti. La replica: “Nessuna malversazione dei fondi”

Il Dc-9 di Itavia che precipitò nel mare vicino all'isola di Ustica nel 1980: tutte le persone a bordo morirono

Il Dc-9 di Itavia che precipitò nel mare vicino all'isola di Ustica nel 1980: tutte le persone a bordo morirono

Bologna, 8 maggio 2024 – Spese di lusso, come Rolex e soggiorni in resort in giro per il mondo, ma anche copertura di debiti: sarebbero stati usati per queste finalità parte dei 330 milioni che Itavia ha ricevuto come risarcimento in sede civile per la strage di Ustica.

Indagati sono due ex amministratori bolognesi di Aerolinee Itavia spa, Jacopo Di Stefano e Marco Scorzoni, che avrebbero “azzerato il patrimonio aziendale” – derivante “dai risarcimenti corrisposti” alla spa “dai Ministeri della Difesa e delle Infrastrutture e dei Trasporti” per la strage di Ustica del 1980 – deliberando “due operazioni di finanziamento pregiudizievoli del patrimonio sociale in favore di società a loro riconducibile". Versione che però i due ex amministratori smentiscono: “Gli investimenti intrapresi e oggetto di preliminare contestazione sono stati investiti e “sono in corso i rimborsi richiesti dal tribunale civile di Genova”.

È questo il quadro delle indagini, condotte dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf e coordinate dal pm di Milano Bruna Albertini, che stamani hanno portato al sequestro preventivo finalizzato alla confisca, firmato dal gip Angela Minerva, di quasi 130 milioni di euro a carico dei due ex componenti del cda di Itavia e in particolare di società a loro riconducibili del gruppo Jds. Le accuse contestate nell'inchiesta, che vede indagati anche l'ex liquidatore e i rappresentanti del collegio sindacale, sono, a vario titolo, riciclaggio (che radica la competenza ad indagare a Milano), infedeltà patrimoniale e appropriazione indebita.

Fondi del risarcimento per debiti e spese di lusso

Itavia è la compagnia del Dc-9 che quel 27 giugno 1980 precipitò nel mar Tirreno e in cui morirono 81 persone tra passeggeri ed equipaggio. Tragico incidente di cui ancora oggi non si sa tutta la verità. A quel tempo l’azionista di maggioranza e amministratore di Itavia era l’imprenditore anconetano Aldo Davanzali.

In sostanza, i due ex amministratori avrebbero coperto parte dei debiti che avevano contratto per diventare azionisti di maggioranza della spa, svuotando il patrimonio della società (con sede a Bologna e le cui “vicende societarie”, scrive il gip, sono “inevitabilmente segnate dalla strage di Ustica”) di parte dei risarcimenti. Avrebbero cioè finanziato per 130 milioni di euro una società a loro riconducibile “per estinguere il prestito bancario utilizzato proprio per acquisire il pacchetto di maggioranza in Itavia”.

Ma non solo: parte di quei 330 milioni di euro di risarcimento sarebbero stati usati anche per spese di lusso, come Rolex e soggiorni in resort in giro per il mondo.

Soldi presi con bonifici dalle casse di Itavia

Gli accertamenti delle indagini, condotte dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf e coordinate dal pm di Milano Bruna Albertini, hanno permesso “di riscontrare 'il giro del denaro’” di due finanziamenti di ottobre e dicembre del 2022 a favore della Jds-Fin Holding, uno da 130 milioni e l'altro da 45 milioni di euro, con soldi presi con bonifici dalle casse di Itavia.

Dopo questi versamenti su conti della Jds ci sarebbero state, poi, fino al settembre 2023, “numerose operazioni in uscita” per quasi 180 milioni di euro. Nelle 21 pagine del decreto del gip, tra l'altro, vengono segnalati pagamenti da 95mila euro a un negozio che vende Rolex, ma anche da oltre 7500 euro per "Sotheby's London, nota casa d'aste del Regno Unito", e poi spese da 30mila euro per alberghi e ancora 140mila euro "a favore di resort e hotel di lusso internazionali". E 90mila euro "a favore di agenzie viaggi italiane", 20mila euro a "negozi e boutique di lusso", 25mila euro in ristoranti. E in più anche 8 bonifici, tra il 2022 e il 2023, "a tre diverse orologerie-gioiellerie" di Bologna per oltre 650mila euro.

Indagine scattata da una denuncia

A far scattare le indagini era stata la denuncia del 18 agosto 2023 presentata da una società lussemburghese, socia di minoranza di Itavia. Quei soldi che la compagnia aerea aveva ottenuto come risarcimenti per la strage, scrive il giudice, avrebbero dovuto, in realtà, servire per "soddisfare le pretese di creditori ammessi alla procedura di amministrazione straordinaria". Gli indagati, invece, con le loro operazioni anche in "conflitto di interesse" avrebbero "azzerato il patrimonio aziendale".

La replica degli ex amministratori

Jacopo Di Stefano e Marco Scorzoni hanno precisato in una nota che “la vicenda giudiziaria non riguarda in nessuna misura le somme riconosciute ai famigliari delle vittime” e che “non risponde al vero che quanto versato alla nuova Itavia sia stata oggetto di qualsivoglia ipotesi di malversazione da parte degli amministratori”. In realtà, si legge ancora nel comunicato, “gli investimenti intrapresi e oggetto di preliminare contestazione sono stati investiti e hanno fruttato e portato direttamente nelle casse della società oltre dieci milioni di euro per i soli rendimenti maturati”.

Si tratta di una “vicenda che origina da interessi di natura privatistica circa le aspettative di lucro dei soci di minoranza che hanno sollecitato l'intervento dell'Autorità Giudiziaria”. Diversamente “da quanto riportato dagli organi di stampa - prosegue la nota - in sede societaria e in accordo con le Autorità preposte, sono in corso i rimborsi richiesti dal tribunale civile di Genova secondo un piano con modalità condivise con Itavia spa”. E ancora: “Qualsiasi riferimento a sottrazione dei risarcimenti e/o azzeramento degli stessi è privo di qualsivoglia fondatezza". Saranno intraprese “in tutte le sedi azioni giudiziarie per chiarire al più presto l'accaduto e per evitare ulteriori speculazioni o illazioni sul nostro operato - concludono - nella consapevolezza che chi ha agito lo ha fatto sempre nell'interesse della società”.

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