Spaccio, immigrazione e degrado Piantedosi: "Massima attenzione"

Il ministro dell’Interno alla sottoscrizione del patto integrato tra Prefettura e Comune sulle criticità locali

Spaccio, immigrazione e degrado   Piantedosi: "Massima attenzione"

Spaccio, immigrazione e degrado Piantedosi: "Massima attenzione"

"Bologna è una porta tra nord e sud del paese, una città che accoglie, una città attrattiva sede della più antica Università italiana. Questa è l’attenzione che Bologna suscita, per chi da Roma deve curare i temi della sicurezza urbana". Poche frasi che dipingono, nel dettaglio, la realtà bolognese, quelle utilizzate dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, già prefetto sotto le due Torri tra il 2017 e il 2018, che ieri è tornato a palazzo Caprara per sottoscrivere, assieme al prefetto Attilio Visconti e al sindaco Matteo Lepore, il nuovo ‘Patto per la sicurezza urbana integrata e la vivibilità di Bologna’. Ventidue pagine, divise per macroargomenti, per dettagliare le strategie di approccio ai principali problemi della città: dallo spaccio alle violenze di genere, dal disagio giovanile alla malamovida fino alla gestione dell’immigrazione e dei minori non accompagnati, "un fenomeno finora gestito qui con la consolidata capacità", ha sottolineato Piantedosi. Su queste criticità e quelle che emergeranno la ‘Cabina di regia’ istituita in Prefettura, che si riunirà periodicamente con gli attori consueti del comitato per l’ordine e la sicurezza, svilupperà piani di azione. In particolare, la Prefettura e il Comune "articoleranno la propria collaborazione per dare corso ad azioni sinergiche e progetti specifici in materia di sicurezza urbana integrata su aree di intervento ritenute prioritarie (...) anche mediante sottoscrizione di specifici protocolli". L’intesa punta anche a "migliorare il circuito informativo interistituzionale favorendo la massima condivisione di dati, analisi e conoscenze" e ad "attivare percorsi di confronto con le diverse espressioni del tessuto sociale".

"Quanto prima sarà visibile la realizzazione delle azioni previste nel patto firmato", ha assicurato Piantedosi che, alla presenza anche del Capo della Polizia Lamberto Giannini, ha partecipato al tavolo in Prefettura. Non è mancato un focus sulle zone dello spaccio, dalla Bolognina alla stazione e al centro storico, e sui problemi della ‘movida’: "La crescente domanda di stupefacenti non riguarda solo Bologna – ha detto il ministro –, e condiziona gran parte del sistema criminale, sia alla fonte del fenomeno e poi per quanto riguarda le ricadute di ordine sociale. Ci dedicheremo molto a battere il territorio, sanzionando e perseguendo, con l’obiettivo di allontanare il fenomeno dai luoghi dove si manifesta con maggiore visibilità. Noi dobbiamo garantire la risposta alla domanda di presenza dello Stato". Una presenza che impone un rinnovamento negli organici delle forze di polizia: un potenziamento, su Bologna, "già compiuto su più step", facendo segnare nell’ultimo anno "un più 94 unità come nuovo personale" ha precisato Piantedosi. Al comitato si è discusso anche del rinnovato fermento anarchico, legato alla richiesta di revoca del regime di 41 bis ad Alfredo Cospito: "Sulla questione c’è grande attenzione. Ne abbiamo parlato in Comitato, non senza una analisi delle manifestazioni recenti che ci sono state e che, al di là di tutto, sono andate bene. Anzi colgo l’occasione per esprimere il mio plauso alle forze dell’ordine". La sottoposizione al regime del 41bis, ha proseguito Piantedosi, "trova delle impugnative che possono essere fatte nei canali ufficiali, le più legittime forme di contrapposizione e proteste che si possono fare, poi so bene che si tratta di un mondo che manifesta in altro modo la propria contrarietà alle azioni dello Stato".

"Il nostro obiettivo non è essere contenti e soddisfatti, siamo qui per migliorare le cose", ha aggiunto il sindaco Lepore. "Lavorare in modo integrato è fondamentale – spiega –. Il salto di qualità c’è se Bologna si mette a disposizione, come sul tema dei migranti: affrontare la questione accoglienza e immigrazione è una grande sfida per il Paese e se possiamo mettere a disposione la nostra esperienza lo facciamo volentieri". "La nostra attività esce rafforzata dalla presenza del ministro – ha concluso il prefetto Visconti –, ci dà una spinta a migliorare le azioni in campo".

Nicoletta Tempera

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