Strage di Bologna, nomi sbagliati sulla lapide. Il Comune la corregge

Stanziate le risorse a pochi giorni dall'anniversario

Strage di Bologna, la lapide in stazione

Strage di Bologna, la lapide in stazione

Bologna, 13 luglio 2018 - Non bastavano le macerie della stazione dimenticate per 38 anni sotto le intemperie ai Prati di Caprara. L’ennesimo esempio di sciatteria nella conservazione della memoria arriva dal simbolo stesso della strage del 2 agosto 1980: la lapide posta nella sala d’aspetto di seconda classe, quella devastata dalla bomba che provocò 85 morti e oltre 200 feriti.

Ebbene, sulla lastra di marmo che ricorda tutte le vittime alcuni nomi sono sbagliati. Piccoli errori di ortografia, una dieresi mancante su un cognome tedesco, una lettera sbagliata in uno italiano, che si traducono però in grandi errori dal punto di vista simbolico. Sbagliare il nome di una vittima è una mancanza di rispetto per tutti, il singolo e la collettività. 

Ora il Comune ha deciso di correre ai ripari e, a pochi giorni dall’anniversario della strage, ha stanziato le risorse per finanziare la correzione degli errori sulla lapide. Nella determina della giunta di Virgilio Merola è scritto tutto nero su bianco: «Si è reso necessario eseguire un lavoro di sistemazione di alcuni nomi di vittime che non sono stati scritti correttamente... È dunque opportuno realizzare l’intervento di sistemazione procedendo con l’affidamento a una ditta specializzata, capace di provvedere con la dovuta competenza ed efficacia nel rispetto delle caratteristiche indicate dal Comune e in coerenza con la veste grafica».

L’operazione prevede lo smontaggio delle lettere in bronzo, la stuccatura dei fori con resina a colore, l’aggiunta della dieresi e il rimontaggio corretto delle lettere sbagliate. La ditta Aedis, richiesta di un preventivo, ha presentato un’offerta di 273 euro, ritenuta «congrua e conveniente» dal Comune, che ha autorizzato l’affidamento diretto. Discorso chiuso? Nemmeno per sogno. Perché non c’è solo la lapide nella sala d’aspetto da correggere, ma anche le altre due targhe che ricordano le vittime dell’eccidio, quella all’esterno della stazione e quella in piazza Nettuno. «Se ci si è resi conto solo oggi di alcuni errori – dice Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime – è perché molti parenti non sono più venuti in città dopo quel 2 agosto, in particolare gli stranieri».

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