Strage di Bologna, due Dna nella tomba.Bolognesi: "Nuova vittima? Solo ipotesi"

La bomba del 2 agosto: le reazioni dopo la scoperta nella bara della Fresu

La commemorazione della strage il 2 agosto di quest'anno

La commemorazione della strage il 2 agosto di quest'anno

Bologna, 8 settembre 2019 - Due donne, due codici genetici. Due vittime differenti, che da 39 anni riposano nello stesso loculo del cimitero di Montespertoli, in provincia di Firenze. Il perito Elena Pilli, biologa genetico forense, ha stabilito che i resti raccolti nella bara di Maria Fresu, la ventitreenne vittima assieme alla figlioletta Angela dell’esplosione in stazione a Bologna il 2 agosto 1980, sono di due donne differenti. E per scoprire se almeno uno dei due dna rinvenuti sia di Maria, ieri sono stati prelevanti due campioni di saliva al fratello e a una sorella della giovane mamma di origini sarde. Il risultato delle analisi sarà depositato tra un paio di settimane, appena in tempo per il giorno in cui si tornerà davanti alla Corte d’Assise per il processo per concorso nella strage dell’ex Nar Gilberto Cavallini.

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Questa scoperta apre nuovi scenari su cosa accadde quella mattina d’estate di 39 anni fa. "È sconcertante – spiega uno degli avvocati difensori di Gilberto Cavallini, Alessandro Pellegrini, ieri a Firenze presente al momento del prelievo dei campioni di saliva ai fratelli Bellino e Isabella Fresu – e solleva molti dubbi e interrogativi cui ora l’Autorità giudiziaria sarà chiamata a rispondere. Così si evidenzia quanta oscurità ci sia ancora su tutta questa vicenda, anche nell’identificazione delle vittime". 

Una delle ipotesi sostenute dalla difesa è che quel secondo dna possa appartenere alla 86esima vittima, mai identificata, della strage di Bologna. Forse addirittura di una presunta attentatrice, di cui nessuno naturalmente avrebbe mai denunciato la scomparsa. Ancora: se nessuno dei due dna risulterà appartenere a Maria Fresu, che fine ha fatto il corpo della donna? Perché e da chi è stato fatto sparire, fermo restando quanto trasmesso nella perizia tecnica dell’esplosivista Danilo Coppe, che definiva impossibile che un corpo, pure vicinissimo al punto di deflagrazione della bomba, si potesse disintegrare al punto di sparire? 

Ma la versione di una potenziale nuova vittima non convince le parti civili. Il presidente dell’associazione familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, Paolo Bolognesi, spiega: "Teniamo le valutazioni per quando la perizia sarà completa. Non si può escludere che alcuni dei resti di una delle altre 84 vittime dell’attentato siano finiti con quelli della Fresu. Ma la difesa di Cavallini non faccia un romanzo sulla 86esima vittima: per confermarlo bisognerebbe riesumare tutti i corpi delle donne vittime della strage".

Strage alla stazione di Bologna

Secondo il presidente, inoltre, la posizione a processo di Cavallini non cambia, e concorda l’avvocato di parte civile Andrea Speranzoni: "Molti corpi dopo l’esplosione erano smembrati. Ciò fa capire il livello di distruttività dell’ordigno collocato dai neofascisti nella sala d’aspetto della stazione. Come collegio di parte civile siamo sereni, la nostra impostazione non cambia e il quadro indiziario ci appare solido. Siamo ottimisti anche per ciò che riguarda l’indagine sui mandanti".

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