Tensioni e scontri a Bologna, arresto, presidio e corteo contro la riqualificazione delle scuole Besta

Una giornata di tensioni a Bologna: arresto di un diciannovenne al parco Don Bosco, presidio davanti al tribunale e corteo degli attivisti contro la riqualificazione delle scuole Besta. Tensioni con la stampa durante l'assemblea al parco.

Scuole Besta: il presidio

Scuole Besta: il presidio

Una lunga giornata di tensioni, quella di ieri. Iniziata all’una di notte, con il burrascoso arresto di un diciannovenne al parco Don Bosco da parte dei carabinieri, proseguita con dieci ore di presidio davanti al tribunale da parte del comitato contro la riqualificazione delle scuole Besta e culminata con il corteo lungo il centro e l’assemblea di tutti gli attivisti al parco stesso. In mezzo, l’accerchiamento con insulti e improperi alla nostra cronista Chiara Caravelli, e tensioni anche con gli altri giornalisti presenti.

Andiamo con ordine. Si è cominciato come detto durante la notte di ieri, quando un residente ha chiamato i carabinieri per segnalare la presenza di tre persone che armeggiavano dentro al cantiere del tram nel lato del parco Don Bosco affacciato su via Serena. Parco che da settimane è ’caldissimo’, occupato da membri del comitato Besta e altri attivisti che hanno sposato la causa, tra cui esponenti delle frange anarchiche cittadine. Proprio qui, tre giorni fa, all’inizio dei lavori del cantiere si sono verificati violenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.

Ieri appunto, i carabinieri hanno sorpreso dunque i tre con il volto travisato; due di questi, vedendoli arrivare, si sono dileguati, mentre un terzo, diciannovenne bolognese, si sarebbe scagliato contro di loro, che l’hanno dunque respinto con il taser. Nella colluttazione, cui nel frattempo avrebbero preso parte anche una trentina di attivisti sempre presenti nel parco, tre carabinieri sono rimasti feriti, ricevendo poi prognosi tra i dieci e i venti giorni. Il ragazzo, infine arrestato, ha poi opposto strenua resistenza al momento di salire a bordo dell’auto di servizio, iniziando a sputare e tirare calci contro gli operatori, che, per placarlo, gli hanno spruzzato contro lo spray al peperoncino. Ricoverato per le cure del caso, ha avuto cinque giorni di prognosi per contusioni al collo e al costato.

È solo l’inizio. Sui social esplode il tam tam e la ’chiamata alle armi’: si susseguono post con notizie false o amplificate, che raccontano di un ragazzo aggredito, picchiato, addirittura con multiple fratture a causa della colluttazione con le forze dell’ordine. Attorno alle 10 oltre 150 attivisti si riuniscono in presidio davanti al tribunale di via D’Azeglio, dove è fissata l’udienza di convalida dell’arresto del giovane, studente di un liceo di Casalecchio, accusato di furto pluriaggravato (il proprietario del cantiere edile ha denunciato ammanchi di materiale per circa 10mila euro), resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il giudice Anna Fiocchi convalida l’arresto, senza disporre misure cautelari – la Procura aveva chiesto i domiciliari – e il giovane, applaudito e abbracciato dai sodali come un eroe, si unisce a loro per un corteo che ha attraversato il centro per finire poi al parco Don Bosco. Sono ormai passate le 19.

Ma nelle nove ore di sit-in di fronte al tribunale, la tensione è salita fino alle stelle. Gli attivisti hanno sventolato per tutto il tempo lo striscione ’No abusi in divisa. No repressione. Giò libero’ , e un altro: ’Comitato Besta unito contro abusi in divisa e repressione’. Non sono mancati i cori per chiedere la liberazione del diciannovenne.

Il culmine però si è raggiunto quando alcuni attivisti hanno individuato la giornalista del Carlino e hanno iniziato a chiederle conto di articoli sul caso Besta usciti online il giorno stesso e sulla carta nei giorni precedenti. Poi, il confronto, pur acceso, è sfociato in un vero e proprio assalto verbale: una trentina di antagonisti ha accerchiato la cronista, inveendo contro di lei e insultandola. Il gruppo di facinorosi si è sciolto dopo circa un quarto d’ora di offese, ma non pago ha poi scaricato la tensione contestando anche il lavoro degli altri colleghi presenti sul posto, al grido di: "Qui non vi vogliamo, andatevene, scrivete solo falsità".

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