LUCIA GENTILI
Cronaca

Trapianto di microbiota ‘in trasferta’ su un bimbo: così i medici del Sant’Orsola gli hanno salvato la vita

Il piccolo, di 4 anni, aveva un quadro clinico così grave che non poteva essere portato a Bologna. Grazie all’eccezionale intervento, nel 2024, sono stati salvati dieci bambini. In cosa consiste la pratica e perché è fondamentale

Trapianto di microbiota ‘in trasferta’ su un bimbo: così i medici del Sant’Orsola gli hanno salvato la vita

Bologna, 22 gennaio 2025 – Dopo aver trapiantato il bambino più piccolo in Europa e aver salvato dieci vite nel 2024, l’équipe dell’Oncoematologia pediatrica dell’Ircss Policlinico Sant’Orsola di Bologna, insieme all’équipe di Gastroenterologia, per la prima volta ha effettuato un complesso intervento nell’ospedale San Matteo di Pavia, dove il microbiota pediatrico è stato trasportato come un organo. Primo trapianto “in trasferta” su un bimbo di appena 4 anni con un quadro clinico così grave che non poteva essere spostato.

Il trapianto di microbiota pediatrico

Prosegue e cresce l’impegno del Sant’Orsola sui trapianti di microbiota pediatrico per la cura dei piccoli pazienti oncoematologici. La procedura, che prevede l’utilizzo di microbiota per casi complessi come quello da “malattia di trapianto contro l’ospite” (GvHD), ovvero una grave complicanza di una malattia oncoematologica, è stata effettuata per la prima volta al Sant’Orsola pochi mesi fa. Il successo del trapianto di microbiota in oncologia pediatrica, infatti, sembra essere superiore in termini di cure della malattia da trapianto verso l’ospite intestinale e per l’eradicazione di batteri multiresistenti. Patologie che in pazienti con quadri clinici così complessi possono essere molto pericolose.

Dieci vite salvate in un anno

“Un anno straordinario: grazie al trapianto di microbiota abbiamo salvato dieci piccole vite da patologie che, ad oggi, avrebbero avuto scarse probabilità di cura – racconta il professor Riccardo Masetti, Oncologia Pediatrica del Sant’Orsola –. Risultati ancora più emozionanti se pensiamo che solo pochi mesi fa effettuavamo la procedura per la prima volta nel nostro Policlinico e sul bambino più piccolo in Europa mai trattato”. 

“Siamo contenti – prosegue – di essere diventati un punto di riferimento a livello nazionale anche per i colleghi che seguono con impegno e passione i piccoli con queste gravi patologie. Solo pochi mesi fa eravamo stati coinvolti dai colleghi dell’Ospedale Pediatrico Gaslini che ci hanno inviato due pazienti molto piccoli di circa due anni; adesso con il San Matteo abbiamo raggiunto uno step successivo e la capacità di esportare l’esperienza maturata mettendola a disposizione di pazienti che non possono avvicinarsi a noi”.

Policlinico di Sant’Orsola: il laboratorio test sierologici di Microbiologia
Policlinico di Sant’Orsola: il laboratorio test sierologici di Microbiologia

La malattia dopo il trapianto di midollo

Si tratta della stessa patologia per cui oggi è stato curato il piccolo Marco (nome di fantasia), di quattro anni, affetto da una grave forma di GvHD intestinale (Graft Versus Host Disease), malattia caratterizzata da diarrea, malassorbimento e perdita imponente di proteine che è resistente alle altre terapie. E’ insorta dopo un trapianto di midollo eseguito per curare la talassemia. “Il piccolo paziente per via delle sue precarie condizioni cliniche non poteva essere trasportato al Sant’Orsola per eseguire la procedura e quindi, - continua Masetti - insieme all’équipe della Gastroenterologia diretta dal professor Giovanni Barbara, ci siamo recati a eseguire due procedure di trapianto di microbiota fecale al Policlinico San Matteo di Pavia, dove il piccolo era ricoverato da mesi”.

A cosa serve il microbiota 

“Il trapianto di microbiota fecale è stato fondamentale per il nostro piccolo paziente, che soffriva da molti mesi da GvHD acuta refrattaria a tutte le precedenti terapie – aggiunge Marco Zecca, direttore SC Ematologia 2 - Oncoematologia Pediatrica della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia -. Il bambino ha risposto molto bene al trapianto e ora potrà finalmente affrontare, come ultimo passo, un delicato intervento chirurgico. La disponibilità e collaborazione dei colleghi di Bologna, che colgo l'occasione per ringraziare, sono state fondamentali per il nostro paziente”.

“Il successo del trattamento in questo paziente così piccolo rimette al centro il ruolo sempre più determinante che avranno i progetti sul trapianto di microbiota intestinale dell’Irccs – spiegano dall’ospedale -. Lo studio della composizione del microbiota prima e dopo il trapianto, infatti, permetteranno di comprendere meglio i meccanismi di efficacia della procedura e di agire preventivamente e in modo mirato su ogni singolo paziente per prepararlo ad affrontare al meglio l’intervento. Sarà possibile, inoltre, identificare specifici profili del microbiota del donatore associati a una migliore risposta del ricevente. Questo si tradurrà nella selezione di ‘’super donatori’ per consentire il trapianto di microbiota sempre più personalizzato, tenendo conto del profilo specifico dell’esigenza presentata dal paziente”.

Trapianto di microbiota ‘in trasferta’ su un bimbo: così i medici del Sant’Orsola gli hanno salvato la vita

L’orgoglio della Regione Emilia-Romagna

Grande la soddisfazione da parte della Regione. “Siamo orgogliosi e felici di poter mettere le straordinarie capacità e competenze dei nostri professionisti a disposizione del servizio sanitario pubblico nazionale, a maggior ragione quando si tratta di piccoli pazienti gravi, con quadri clinici molto complessi - sottolinea l’assessore alla Salute della Regione Emilia-Romagna, Massimo Fabi -. Le tecnologie, l’impegno costante per la ricerca e l’innovazione, ma ancor più la bravura e l’esperienza dei nostri medici e di tutto il personale fanno sì che la sanità dell’Emilia-Romagna possa essere presa spesso come punto di riferimento, non solo nazionale, e possa mettersi a servizio di altre realtà. Ringrazio di cuore e mi complimento con le équipe dell’Oncoematologica pediatrica e della Gastroenterologica del Sant’Orsola non solo per questo ulteriore traguardo raggiunto, ma per tutto il lavoro che quotidianamente fanno per curare e dare nuova speranza a tanti bambini e alle loro famiglie. Questo - chiude Fabi - è il servizio sanitario pubblico che vogliamo e sui cui è necessario investire, fiore all’occhiello della nostra regione e del nostro Paese”.

Cos’è il microbiota intestinale

“Il microbiota intestinale è l’insieme dei batteri che abitano il nostro intestino e presenta un materiale genetico cento volte superiore a quello umano – precisa il professor Giovanni Barbara –. Possiamo quindi parlare di un vero e proprio ‘partner’ simbiotico che cresce insieme a noi. La sua stretta relazione con le cellule del sistema immunitario lo rende un elemento chiave nella storia naturale di moltissime malattie croniche, infiammatorie, autoimmuni e più in generale immuno-mediate. Oltre a questo, il microbiota svolge altre funzioni chiave come la protezione nei confronti di patogeni, la sintesi di alcuni metaboliti e vitamine fondamentali per il nostro organismo e la regolazione della motilità intestinale. Lo studio della diversità del microbiota è risultato fondamentale per comprendere la patogenesi di moltissime malattie. Attualmente le strategie di modulazione del microbiota attraverso dieta, farmaci e procedure come il trapianto, rappresentano alcuni tra gli scenari scientifici più attrattivi della medicina moderna”.

Come diventare donatori

Diventare donatore di microbiota è facile, sicuro e oltre a far bene a se stessi e agli altri e aiuta la ricerca in medicina con uno sforzo minimo. Il donatore deve essere una persona assolutamente sana e gli esami a cui si viene sottoposti per certificarlo sono di fatto uno screening accurato del proprio stato di salute. Possono quindi diventare donatori uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 45 anni in buone condizioni di salute che non abbiano assunto antibiotici negli ultimi 6 mesi. Tutte le informazioni e le modalità sono disponibili sul sito del Policlinico di Sant’Orsola.