
Occhio alle truffe: da sinistra Luciano Proietti, Martina Torta, Antonio Sbordone, Letizia Guadagnino
Truffe agli anziani, nonostante tutti gli sforzi per mettere in guardia i cittadini, il numero dei colpi a segno non cala. "Dobbiamo fare di più", sottolinea il questore Antonio Sbordone. Detto, fatto. Pronto il secondo video della campagna di prevenzione della Polizia di Stato di Bologna per il contrasto alle truffe agli anziani. L’iniziativa è ideata e realizzata dall’Ufficio relazioni esterne della Questura di Bologna, in collaborazione con il Gabinetto regionale Polizia Scientifica Emilia-Romagna. Nel video viene ‘riprodotta’ la cosiddetta “truffa del parente in pericolo di vita”: i truffatori raggirano le vittime rappresentando una situazione di emergenza in cui sarebbe coinvolto un loro familiare (ad esempio, un incidente stradale per cui serve subito un’operazione in ospedale). Per ‘salvarlo’, chiedono e riescono spesso, purtroppo, a ottenere beni di valore e anche grosse somme di denaro. Il video è stato interamente realizzato dal personale della Questura e della Polizia Scientifica, con la partecipazione dell’Associazione nazionale Polizia di Stato (Anps), sezione di Bologna, di cui fanno parte poliziotti in pensione o in servizio. I poliziotti, per l’occasione, si sono improvvisati ‘attori, con un risultato molto efficace. Hanno presentato il progetto, ieri, il questore, la dirigente del Gabinetto regionale Polizia Scientifica dottoressa Martina Torta, il presidente dell’Anps Bologna ispettore capo Luciano Proietti, il commissario capo Letizia Guadagnino.
Dall’inizio di quest’anno, quindi in appena 17 giorni, sono sette le truffe ad anziani, di cui cinque andate a segno e le altre due, invece, sventate dalle vittime. "Queste truffe, specialmente quelle relative a un parente che sarebbe in pericolo di vita, purtroppo spesso vanno a buon fine, perché fanno leva sugli affetti più cari, sull’emozione – hanno spiegato in Questura –, in quel momento è normale che si perda lucidità, si è travolti da quella notizia. Un campanello di allarme, però, deve sempre essere la richiesta di denaro: se chiedono soldi, è sicuramente una truffa", avverte la polizia. Oltre che medici o operatori del 118, spesso si fingono anche avvocati e così mettono in atto la loro trappola. "Bisogna chiamare subito il parente (citato dai truffatori) e, se questo non risponde, telefonare immediatamente al 112".
Proprio giovedì sera, a Santa Viola, in via Salvemini, è stato messo a segno un colpo di questo tipo. Una donna di 66 anni è stata contattata da un finto carabiniere: le ha detto che il figlio aveva avuto un incidente stradale e che tra l’altro aveva causato gravi lesioni a una terza persona. Il finto carabiniere si è presentato a casa della donna e si è fatto consegnare 4.000 euro in oggetti in oro.
Chiara Gabrielli