ALBERTO BIONDI
Cronaca

Un’attesa di 60 anni: "Gioia inaspettata. La sentiamo un po’ come una rivincita"

I tifosi in corteo: "Ora faremo vedere di che pasta siamo fatti" "Mio figlio ha 10 anni, spero si goda il trionfo fino in fondo".

Un’attesa di 60 anni: "Gioia inaspettata. La sentiamo un po’ come una rivincita"

Un’attesa di 60 anni: "Gioia inaspettata. La sentiamo un po’ come una rivincita"

"Ed è il Bologna il mio unico grande amore": l’inizio del celebre coro riassume alla perfezione il sentimento dei tifosi rossoblù, che ieri si sono riversati in strada come un fiume in piena per festeggiare i propri campioni approdati in Champions League.

"Questo Bologna è un sogno, lo dico sempre a mio figlio di 10 anni. Io ne ho aspettati 50 anni per festeggiare – dice Fabrizio Nanni – e quindi spero che se la goda fino in fondo. Sono felice, felice per i colori della città perché si sà, giocatori e allenatori vanno e vengono, sono i colori che restano".

Per gli appassionati, vedere il Bologna nella massima competizione europea è il coronamento di anni di supporto incondizionato, tra alti e bassi, e rappresenta un sogno che si avvera. L’entusiasmo e la speranza sono ai massimi livelli, e tutto l’ambiente rossoblù è pronto a vivere questa nuova, emozionante avventura europea.

"Ho visto il grande Bologna del 1964 ed una soddisfazione così non me la sarei mai aspettata. Per me, e per la città questa chance di giocare contro i campionissimi significa tutto. Gliela faremo vedere", racconta Vittorio Maini. "È chiaro che fino ad ora ci siamo guadagnati ‘solo’ l’accesso alla competizione. Il fatto che tutta la città sia in strada in questo momento è un indice del fatto che il calcio sia molto di più di un semplice sport. Questa squadra è riuscita ad unire una città intera, siamo tutti emozionati", spiega Mazzelli Fabrizio direttamente dalla parata per festeggiare la squadra di coach Motta.

"Questa Champions penso rappresenti per tutta la città un’occasione fantastica per dimostrare, come abbiamo fatto in campionato, di che pasta siamo fatti. Il calcio è importante, al contrario di chi dice che si tratta di un semplice sport. Basta osservare il pubblico riunito qui, dai bambini ai più anziani, tutti in rossoblù, tutti felici", racconta il tifoso Claudio Moro.

È inutile ricordare che l’accesso del Bologna alla Champions League rappresenta un momento storico e di grande orgoglio per il club, la città e i suoi tifosi. La squadra rossoblù, non aveva mai raggiunto questo prestigioso traguardo nell’era moderna delle competizioni europee. Erano infatti esattamente 60 anni, cioè dalla vittoria dello scudetto, che i rossoblù non si affacciavano nella massima competizione europea, una coincidenza che arricchisce ulteriormente il traguardo dei ‘nostri ragazzi’.

Da Orsolini a Calafiori, passando per Zirkzee e Ndoye, i protagonisti sul campo sono moltissimi, ma niente sarebbe successo senza i direttori d’orchestra Thiago Motta e Giovanni Sartori che hanno sapientemente saputo far girare al meglio la squadra.

Da tifoso, cosa rappresenta il Bologna in Champions per te? È questa la domanda più gettonata. Per Lorenzo Nadini non ci sono dubbi: "Rappresenta tutto, è un traguardo eccezionale. Mia nonna me lo dice sempre, lei d’altronde nel ‘64 c’era. Nelle città come la nostra il calcio è molto più che uno sport, è appartenenza al territorio. La stragrande maggioranza dei tifosi che sono qui oggi non ha iniziato a tifare Bologna ieri, la felicità che si respira in questo momento è frutto di anni di delusioni, di obiettivi mancati e molto altro. Oggi è, per certi versi, anche una rivincita".