Zona arancione Bologna, ristoranti allo stremo: "Incassi giù del 70%"

Lolli, titolare dell’Osteria Santa Caterina: "Ci sentiamo discriminati. Rinuncio ad asporto e delivery: non rientriamo dei costi"

Stefano Lolli, titolare dell'Osteria Santa Caterina

Stefano Lolli, titolare dell'Osteria Santa Caterina

Bologna, 10 gennaio 2021 - Stefano Lolli , 64 anni, è un veterano della ristorazione. La famosa Osteria Santa Caterina, al numero 43 dell’omonima via, di cui è titolare con il socio Lorenzo Cremonini, è il suo quarto locale. Mai avrebbe pensato di dover fare i conti con cali di fatturato che vanno dal 60 al 70%. Per questo, con altri colleghi, è pronto a fare ricorso al Tar contro la "discriminazione" del settore.  

L’Emilia-Romagna è arancione. Ai ristoranti resta la possibilità del l’asporto e della consegna a domicilio... "Sì, ma la nostra Osteria resterà chiusa finché non torneremo gialli. Non abbiamo aperto neanche giovedì e venerdì che eravamo in zona gialla perché altrimenti avremmo dovuto buttare via un sacco di cibo. Abbiamo fatto un po’ di asporto dal primo al 18 maggio scorsi per dare un segnale ai nostri clienti. Ma non è il nostro mestiere: siamo ristoranti, non rosticcerie. Ci serve la convivialità, il rapporto con il cliente. E poi non si rientra con le spese". Si è arreso? "Ci sentiamo discriminati. Le profumerie, i negozi per bambini, alcune grandi catene restano aperte. Noi, invece? Non ce la facciamo più. Senza contare quello che è successo a Natale...". Non vi aspettavate la zona rossa? "Avevamo trenta prenotazioni per la Vigilia: eravamo quasi al completo. Alla fine il cibo ce la siamo portato a casa. Qualcos’altro è stato messo sotto vuoto. Ma ci toccherà buttar via un sacco di roba". Come farete a pagare le tasse? "A marzo e aprile saranno dolori. Per riuscire a pagarle, viste le perdite, avremmo bisogno di un incasso triplo. Che è impossibile".  

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