Zuppi e la pace che manca: "Lottiamo per conquistarla"

Ieri in Salaborsa il cardinale ha tagliato il nastro di una mostra speciale. E sugli eventi in Ucraina e Palestina: "È una Terza guerra mondiale a pezzi".

Zuppi e la pace che manca: "Lottiamo per conquistarla"

Zuppi e la pace che manca: "Lottiamo per conquistarla"

"Facciamo pace?". Quante volte da bambini abbiamo bisticciato e poi abbiamo teso la mano per ritornare amici. Nel proporlo spesso abbiamo rinunciato al nostro orgoglio e alle nostre ragioni perché sentivamo che era più importante ritrovare l’intesa con il nostro compagno. Un meccanismo studiato da tanti pedagogisti e che è stato ripreso ieri dal cardinale Matteo Zuppi. "Chi va a parlare col nemico è visto come pericoloso o come un irresponsabile - spiega l’arcivescovo – perché il parlarci è vissuto come un modo per sdoganarlo. Un uomo di pace, però, non fa sconti e non è un pacifista. È un’altra cosa: è un lottatore, un uomo che non rinuncia alla sua natura e alla sua umanità perché alla fine il desiderio di pace appartiene a tutti noi". L’occasione è la presentazione di una mostra che, per l’appunto si intitola "Facciamo pace!?" e che resterà allestita fino a sabato negli spazi delle Scuderie della Sala Borsa. Organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con il corso di laurea di Pedagogia Speciale dell’Alma Mater, nei vari pannelli viene illustrata la voglia di pace che i bambini esprimono con messaggi e disegni.

"Se non rinunciamo alla nostra umanità la situazione diventa pericolosa – prosegue il presidente della Cei –. Non possiamo fare gli struzzi, nascondendo la testa sotto la sabbia: l’indifferenza è solo un’illusione di protezione, ma la sua bolla di sapone si rompe con niente. Dobbiamo guardare attraverso l’indifferenza e la disinformazione per non arrenderci alla logica dell’impotenza. Tante operazioni di pace possono disinnescare la guerra e non sono velleitarie. Non dobbiamo aspettare che ci siano le condizioni, dobbiamo crearle ovunque si combatta una guerra".

Papa Francesco è stato il primo ad ammonire l’occidente sul fatto che in tante parti del mondo si stesse combattendo, ma solo l’invasione della Russia in Ucraina ha riacceso il timore di un conflitto globale. "Sono giorni drammatici – conclude Zuppi – e ha ragione il Papa quando parla di una terza guerra mondiale a pezzi, che è una vera pandemia. Ora purtroppo, stiamo capendo che ci riguarda tutti. Il pontefice è uno dei pochi che in questa confusione e in questo riarmo, anche semantico, non si arrende alla guerra, mentre oggi ascoltiamo troppo spesso l’insolenza con cui si fa l’elogio della guerra: se semini odio e guerra, raccogli odio e guerra. Speriamo trovi ascolto l’appello che proprio lui ha rivolto autorevolmente domenica per il cessate il fuoco. La festa dei Santi, di coloro che mostrano la luce dell’amore, è l’invito ad essere luminosi nelle tante tenebre che stiamo vivendo". Ieri sera il cardinale arcivescovo ha guidato la processione dalla chiesa della Sacra Famiglia a quella di San Girolamo della Certosa dove si è tenuta la Veglia di Ognissanti.

Massimo Selleri

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