Zuppi: "Offrire un lavoro, questa è la vera carità"

Il progetto portato avanti dall’Arcidiocesi di Bologna e dal Comune. Protagoniste le parrocchie, punto di riferimento per chi cerca occupazione

Il sindaco Virginio Merola e il cardinale Matteo Zuppi

Il sindaco Virginio Merola e il cardinale Matteo Zuppi

Bologna, 17 luglio 2021 - Dal consegnare le classiche sportine con dentro i beni di prima necessità al raccogliere le adesioni al progetto "Insieme per il lavoro" per chi è alla ricerca di una occupazione. Così, negli ultimi cinque anni il cardinale Matteo Zuppi ma modificato lo spirito caritatevole delle parrocchie delle parrocchie. Non più solo sostegno nell’emergenza, ma anche una prospettiva per chi è in difficoltà.

"La logica della sportina – spiega l’arcivescovo – chiede sempre una soluzione delle cause. Riprendendo le indicazioni di papa Francesco nella ’Fratelli Tutti’, è un gesto di carità dare l’elemosina se c’è una situazione di emergenza, ma la vera carità è dare lavoro. La solidarietà non è un accontentarsi di donare qualcosa, ma è l’ambizione di risolvere la povertà rimuovendone le cause. Oggi è ancora più indispensabile perché è sempre più difficile dare lavoro, ma solo il lavoro dà dignità e sconfigge l’emergenza".

Con il doposcuola o con i contributi per l’acquisto del materiale scolastico, la parrocchia è sempre più un punto di riferimento in una realtà dove i consumi sono l’espressione di un secolarizzazione messa ancora più in crisi dalla pandemia. "Nella società dei consumi – prosegue Zuppi – la solidarietà è ancora di più uno stile di vita: solidarietà e spiritualità sono due dimensioni unite. Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla mente di Dio. La persona non è mai quello che consuma, ma la sua esistenza deve tradursi in uno stile di vita. La solidarietà è lo stile di vita del cristiano, quindi, bisogna condividere quello che si è e quello che si ha con il proprio prossimo, tanto più in una società che è invasa dall’individualismo, dove è molto più facile vivere di solo pane e questo non fa bene alla persona così come uno spirituale che non si applica nella solidarietà rischia di essere un mero intimismo".

Anche i fedeli rischiano di cadere nell’intimismo e di considerare la parrocchia come un club, una tendenza che Zuppi ha cercato di contrastare dialogando con tutti e aprendo strette collaborazioni con enti laici come l’amministrazione comunale.

"Ridurre lo spirituale all’intimismo – conclude il cardinale – è sbagliato come ridurlo solo alla solidarietà. La spiritualità è una dimensione interiore che deve trovare una espressione nella vita che uno fa. Il comandamento è che per amare Dio devi amare il prossimo tuo come te stesso. La solidarietà è una scelta che si perde se non c’è la dimensione spirituale. la tradizione della Chiesa è sempre stata questa e, infatti, nel suo lungo cammino ha avuto come compagno di viaggio le opere di carità. Per questo una solidarietà senza spiritualità si impoverisce".

 

 

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