Queen, passione senza tempo

In un libro curato da Ono Arte cento foto inedite di Denis O’Regan, fotografo ufficiale del gruppo

Queen, passione senza tempo

Queen, passione senza tempo

Bologna, 14 gennaio 2024 – Tra abiti appariscenti e piccoli club, tra l’amore per il travestitismo di David Bowie, che, nei primi Anni 70 mette in crisi le categorie di genere nella musica e una città, Londra, diventata la capitale mondiale della cultura pop, un giovane fotografo insegue il sogno di fermare frammenti di vita, consumati immaginando che il rock potesse davvero cambiare le esistenze.

È una storia affascinante sia dal punto di vista umano che da artistico, quella raccontata da Denis O’Regan nel suo libro ’Queen by O’Regan’, che ripercorre il rapporto che lo ha portato a diventare il fotografo ufficiale del gruppo di Freddie Mercury. Il volume, pubblicato dall’editore Lullabit, all’interno di una collana curata dalla galleria bolognese Ono Arte, specializzata proprio in scatti dedicati al suono del pop internazionale, comprende oltre 100 foto inedite che ci portano nel cuore della capitale, nei luoghi dove si sviluppa quella scena rock che influenzerà non solo la musica ma gli stili di vita dei decenni successi, tra glam, new romantic e punk.

Un periodo creativamente esuberante, del quale O’Regan è uno dei protagonisti assoluti, sin dai giorni del Live Aid, il grande, indimenticabile concerto del 1985 organizzato per raccogliere fondi per aiutare le popolazioni etiopi alle prese con la carestia, nel quale, come disse Elton John, "Freddie Mercury rubò la scena a tutti". "I biglietti del Live Aid – racconta l’autore – erano già stati venduti tutti prima dell’annuncio della partecipazione dei Queen; dunque, nessuno li aveva comprati per andare a vedere loro. Eppure, nel momento in cui sono saliti sul palco qualcosa di grande è accaduto e tutto il pubblico di Wembley si è trasformato nel ’pubblico dei Queen’. Tutti, ma proprio tutti, si sono resi conto di quanto fossero straordinari, di quanto Freddie fosse straordinario".

Sono tantissimi i percorsi che si intrecciano nel volume, come moltissimi sono i gruppi la cui esistenza incrocia quella della sua band preferita. Ci sono i Duran Duran e gli Spandau Ballett, i Bee Gees e David Bowie. Ci sono i tour, le folle adoranti, la mitizzazione che velocemente avvolge i quattro, non solo il cantante, ma anche Brian May, Roger Taylor e John Deacon e i tanti concerti che il fotografo ha frequentato prima da appassionato e poi per lavoro, quando sui palchi londinesi salivano i Led Zeppelin e i Rolling Stones e le sale da ballo di piccoli alberghi sulle isolette del Tamigi ospitavano gruppi come The Who e Genesis.

Sino alla scoperta dei Queen, visti la prima volta dal vivo nel 1973 all’Hammersmith Odeon, dove suonavamo prima dei Moot The Hoople. Da qui inizia un rapporto strettissimo con il gruppo, che passa per avvenimenti come il concerto gratuito del 1976 ad Hyde Park, per festeggiare il primo posto in classifica di ’Bohemian Rhapsody’ e il ’Works Tour’ del 1984, quando le loro canzoni più famose erano ’Radio Ga Ga’ e ’I Want to Break Free’, sino a diventare il fotografo ufficiale, nel 1985, del Live Aid, e fino agli ultimi concerti con Freddie Mercury nel 1986. Un viaggio affascinante in una stagione musicale irripetibile.

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