Bologna, direttore di ufficio postale simula una rapina. “Aveva contratto debiti di droga”

Sarebbe proprio la tossicodipendenza, per i carabinieri, la causa che avrebbe portato l'uomo a compiere il gesto assieme ad altri due complici. Il colpo ha fruttato 20mila euro e tutti e tre sono stati denunciati

Direttore di banca minacciato con coltello, ma era una rapina simulata

Direttore di banca minacciato con coltello, ma era una rapina simulata

Bologna, 16 marzo 2022  – Due banditi lo minacciano con un coltello, rapinano l'ufficio postale e poi lo rinchiudono nel bagno. E’ questa la disavventura capitata a un 50enne italiano, direttore di una sede postale. O quanto meno è quello che lui stesso aveva raccontato ai carabinieri di San Giovanni in Persiceto

Ma poi i militari hanno scoperto che l'uomo aveva simulato la rapina con l'aiuto di altri due persone - un50enne e un 46enne, entrambi italiani e residenti nella provincia. Per questo i tre sono stati denunciati per simulazione di reato e peculato in concorso. Sembra che all’origine del gesto ci siano debiti legati alla droga. 

I fatti risalgono al 3 marzo del 2020, quando il direttore, un 50enne italiano, aveva finto una rapina nel suo ufficio postale con l'aiuto dei due complici. A scoprirlo sono stati i carabinieri.

Il 3 marzo, infatti, avevano ricevuto una telefonata dal direttore il quale spiegava di essere stato minacciato con un coltello, derubato e chiuso in bagno da due malviventi.

Tuttavia, alcuni dettagli hanno mosso il sospetto dei militari che si erano recati sul posto e avevano liberato l'uomo, che aveva sostenuto di essere stato costretto ad aprire la cassaforte e a consegnare 20mila euro in contanti ai rapinatori, proprio mentre all'interno dell'ufficio non c'erano né dipendenti né clienti.

Il coltello, infatti, era stato dimenticato da uno dei rapinatori sul tavolo e, dopo averlo inviato ai Ris di Parma per l'analisi, i carabinieri hanno rinvenuto le tracce di materiale biologico degli altri due indagati. Con uno dei due, inoltre, il direttore dell'ufficio aveva avuto dei contatti telefonici il giorno precedente.

Durante gli interrogatori, i militari sostengono che l'uomo - che soffre di problemi di tossicodipendenza - è caduto spesso in contraddizione, anche perché sul suo conto bancario, nei giorni dopo il fatto, sono stati notati dei movimenti in entrata che il direttore non è stato in grado di motivare.

Sarebbe proprio la tossicodipendenza, per i carabinieri, la causa che avrebbe portato l'uomo a simulare la rapina: secondo le prime ipotesi l'uomo avrebbe contratto dei debiti e per questo motivo avrebbe deciso di compiere il gesto.

La Procura di Bologna ha notificato all'uomo e ai suoi due complici l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Con ogni probabilità per loro si svolgerà il processo. Il direttore, nel frattempo, è stato trasferito in un'altra sede.

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