Bio On news, fondo attacca, Astorri in trincea. "Già partite le denunce"

Report mette nel mirino la società. In due giorni il titolo brucia in Borsa 760 milioni

Marco Astorri, fondatore e anima di Bio-On

Marco Astorri, fondatore e anima di Bio-On

Bologna, 25 luglio 2019 - Il titolo di Bio-On, sospeso dall'apertura di Borsa di ieri, oggi il titolo - quotato sull'Aim - non è riuscito a far prezzo per tutta la giornata, tranne una breve finestra intorno a metà giornata, quando tornato in contrattazione ha subìto un crollo del 50% a 24,8 euro. Subito dopo il titolo è stato sospeso nuovamente per eccesso di ribasso sul prezzo di controllo (con un teorico -65%). Ha bruciato nel giro di due sedute 760 milioni. Alla chiusura di martedì le azioni valevano 55,3 euro con una capitalizzazione di 1,041 miliardi. Oggi il titolo ha chiuso a 15,2 euro con un calo del 69,3%. La capitalizzazione è così sprofondata a 282 milioni di euro.

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Sono giorni nerissimi per la società di bioplastiche nata nel 2007, un ‘unicorno’, come si chiamano le startup che superano il miliardo di capitalizzazione. A scatenare la tempesta uno studio di 26 pagine pubblicato da Quintessential Capital Management, fondo di investimenti con sede a New York. L’attacco parte dal titolo: ‘Bio-On Spa: Una Parmalat a Bologna?’. Il report tocca tutti gli aspetti critici, secondo il fondo, della società: l’«improbabile scienza» alla base della sua tecnologia, il «fatturato ingannevole, costituito da ‘vendite’ a società a sé affiliate o controllate», lo stato patrimoniale «precario», l’impianto produttivo di Castel San Pietro Terme dai costi «sproporzionati» che non sarebbe nemmeno completato, i progetti annunciati che «non vengono realizzati», tra cui la joint venture Sebiplast fatta con Maccaferri che che dal 2015 a oggi «non ha generato vendite». Morale, Bio-On sarebbe «una grande bolla», «uno schema concepito dal management per arricchirsi sulle spalle degli azionisti», con una situazione «insostenibile» e «destinata al collasso totale».

Il fondo, però, ha «un interesse economico nella discesa del prezzo del titolo». Ed è da qui che parte il contrattacco di Bio-On. Prima a suon di note stampa, in cui si smentiscono le affermazioni del fondo, si ribadisce l’operatività del centro di Castel San Pietro e si ricorda che il bilancio è stato certificato da E&Y, «che ha emesso relazione senza rilievi». Poi è direttamente il presidente Marco Astorri, che parla di «bugia totale», a replicare: «Purtroppo queste manipolazioni del mercato sortiscono questo effetto. Questa è un’azienda seria, che sta rispondendo punto su punto. Abbiamo denunciato la cosa alle autorità competenti, in Italia e in Europa». A cominciare dai carabinieri, ai quali  Bio-on ha presentato una denuncia per diffamazione.

Per Astorri, l’attacco di Qcm «è qualcosa costruito ad hoc». L’impianto, assicura, «è attivo, sta producendo grosse quantità, la commercializzazione va bene, ci lavorano cento persone a pieno regime». Qcm raccontava che una visita prevista allo stabilimento di Castel San Pietro era stata annullata all’ultimo: «Non hanno mai fatto domanda di visitarci», replica Astorri. Insomma, conclude: «C’è gente che ci crede, ci lavora e vive dentro a quest’azienda, ha fatto qualcosa che nessuno risuciva a fare, dispiace vedere che per questa manipolazione possa essere gettato discredito su questo progetto».

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