Non vede e ama il Bologna: "Chi mi porta allo stadio?"

Chantal, 32 anni, vive a San Donato Milanese ed è super tifosa dei rossoblù: "Il Dall’Ara è gioia e passione, cerco un angelo custode che mi accompagni"

Chantal allo stadio Dall’Ara per seguire una partita del Bologna

Chantal allo stadio Dall’Ara per seguire una partita del Bologna

Bologna, 5 novembre 2021 - La passione urla a squarciagola, quasi come lei sulle gradinate del Dall’Ara. Quanto al cuore, rigorosamente rossoblù, spesso riesce a vedere le giocate di Arnautovic meglio di quanto possano fare gli occhi. Ma poi c’è la logistica. E qui la supertifosa Chantal Pimienta Sosa, 32 anni, nata a Genova, residente a San Donato Milanese e non vedente dalla nascita, è rimasta al palo e quest’anno rischia di dover seguire solo in televisione, ma soprattutto alla radio, le partite casalinghe del suo amato Bologna, nonché le gesta della Fortitudo, altro suo grande amore bolognese coltivato a distanza insieme alla devozione per le canzoni di Cesare Cremonini.

Mihajlovic e la tifosa del Bologna non vedente: "La portiamo qui, organizzo io il viaggio"

Da qui l’idea, coraggiosa come la leonessa che Chantal ha dentro, di lanciare un accorato appello: cercasi accompagnatore che affronti il viaggio di andata e ritorno tra San Donato Milanese e il Dall’Ara. "So che è difficile, ma ci provo», ruggisce la leonessa al telefono. Del resto chi meglio del suo beniamino Sinisa Mihajlovic, un altro leone per come ha saputo combattere e vincere la leucemia, insegna che non ci possono essere ostacoli quando la forza di volontà è travolgente? "Quando penso alla sua storia ogni volta mi commuovo", dice Chantal. Che in fondo chiede solo di poter continuare ad applaudire Sinisa al Dall’Ara. 

Ragazza non vedente, desiderio esaudito. "Ti portiamo noi a seguire il Bologna"

Chantal, come mai quest’anno è rimasta a piedi? "Perché non posso più contare sull’accompagnatore che ad ogni gara casalinga del Bologna mi portava in macchina da San Donato Milanese, dove vivo con mia madre Loredana, fino al Dall’Ara, riportandomi a casa a fine partita. Lui si è trasferito e sono disperata, perché al Bologna non voglio assolutamente rinunciare". Ergo? "Cerco un angelo custode che si offra per accompagnarmi nel doppio tragitto. So che chiedo tanto, ma magari spargendo la voce una soluzione si trova. Tenga conto che voglio fare anche quest’anno l’abbonamento in curva Bulgarelli, adesso che il Bologna ha riaperto la campagna. Dal 2015 e fino alla pandemia non ho saltato una sola partita in casa: sole, pioggia, freddo o neve per me non fa differenza. Ma prima avevo chi mi accompagnava, ora non più". Da dove nasce la sua passione per il Bologna? "Mio papà Walter, uruguaiano, nel 1999 doveva portarmi a vedere una partita dell’Inter a San Siro e l’avversario per puro caso era il Bologna. Purtroppo in settimana papà venne a mancare e in quel momento, forse per una reazione emotiva, dentro di me si è accesa una scintilla e da lì ho cominciato a seguire le vicende del Bologna". Amore vero? "Amore folle. Nell’anno della B (2014-15, ndr), oltre ad aver visto tante partite al Dall’Ara, sono stata in trasferta a Vicenza, Cittadella e Latina. Non sono viaggi così scontati dovendo sempre avere una persona che mi accompagna". Com’è la partita vista con gli occhi del cuore? "È un’onda di emozione che ti travolge, difficile anche solo da spiegare. Il problema è che, non potendola vedere, ogni volta allo stadio mi serve qualcuno accanto che un po’ me la racconti in diretta. Ne approfitto per ringraziarli tutti: con me sono sempre speciali e pieni di attenzioni". Parallelamente coltiva la passione per un altro pilastro sportivo di Bologna: la Fortitudo. "E qui la responsabilità indiretta è tutta di Cesare Cremonini, che per me è un mito. Denis, un mio amico bolognese tifoso della Virtus, parlando di Cremonini un giorno mi ha detto: ‘È bravo ma non lo sopporto perché è un fortitudino’. E da lì sono diventata tifosa anche della Fortitudo". È curioso che una ragazza che vive a Milano sia così legata a due squadre di Bologna. "Ma io dentro mi sento bolognese: quando sono a Bologna è come se fossi a casa". Quando è al Dall’Ara invece urla. "Sì, in curva canto dall’inizio alla fine, partecipo a tutti i cori e se c’è da fischiare fischio. Compresi gli arbitri, che nelle ultime partite ci hanno un po’ danneggiato". Ultima partita del Bologna vista? "Quest’anno ne ho viste solo due: a San Siro con l’Inter, e purtroppo è finita come un set di tennis (6-1 per i nerazzurri, ndr), e in casa con la Lazio, quando abbiamo vinto 3-0. Quando può mia madre adesso mi accompagna, ma dipende dalla distanza e dall’orario delle partite. Domenica però ho già in tasca il biglietto per Sampdoria-Bologna". Canzone di Cremonini preferita? "S’intitola ‘Vieni a vedere perchè’". E perché lei non può rinunciare a vedere dal vivo il Bologna? "Perché alla radio non è come allo stadio. Per questo spero che esista un’anima pia che dopo aver letto la mia storia mi possa dare una mano. Presto avrò un lavoro (centralinista, ndr), ma se mi tolgono la possibilità di vedere il Bologna al Dall’Ara sto male".

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