PIERFRANCESCO PACODA
Bologna

Corto Maltese, mostra a Bologna dal 4 novembre

La mostra “Hugo Pratt e Corto Maltese - 50 anni di viaggio nel mito”, dal 4 novembre al 19 marzo a Palazzo Pepoli in via Castiglione

Una tavola di Corto Maltese, in mostra a Bologna

Bologna, 29 ottobre 2016 - Per citare Umberto Eco, «Quando devo rilassarmi leggo Engels, quando voglio impegnarmi leggo Corto Maltese». Dalle prime tavole de “Una ballata del mare salato” pubblicate nel 1967 sono trascorsi 50 anni, e quel senso di ricerca della libertà assoluta, dell’instabilità come ragione di vita, dell’esotismo come via di fuga dalla consuetudine, affascina ancora le generazioni. Che, sulle rotte inesplorate tracciate da Corto Maltese avranno la possibilità di inoltrarsi, grazie alla grande mostra, curata da Patrizia Zanotti, che del disegnatore è stata la collaboratrice e la compagna, dal 4 novembre al 19 marzo al Museo della Storia di Bologna, in via Castiglione 8. L’esposizione è organizzata da CMS Cultura e Genus Bononiae con il sostegno della Fondazione Carisbo.

Signora Zanotti, ci racconta il criterio di scelta del materiale che vedremo nella mostra “Hugo Pratt e Corto Maltese-50 anni di viaggio nel mito”?

«Quello del Museo della Città sarà uno degli omaggi più ricchi sino a ora tributati a Pratt. Intanto per la grande quantità di materiale che mettiamo in mostra, oltre 400 tra tavole, dipinti, disegni, prove e stampe. Ma, soprattutto per la possibilità, unica, di ammirare, tutte insieme, le 164 tavole originali de “Una ballata del mare salato”, il suo capolavoro»

Cosa ricorda degli anni trascorsi al fianco di Pratt?

«Ancora oggi, l’emozione più grande, indimenticabile, è legata al primo incontro con il Maestro, avevo 17 anni, lui era amico dei miei genitori e un giorno, conoscendo la mia passione per il fumetto, mi chiese di collaborare con lui, colorando le tavole dei fumetti, una richiesta che era arrivata dai suoi editori. In pochi giorni mi trovai catapultata in un mondo fantastico, un universo avventuroso, tumultuoso, che Pratt impersonificava. Bastava ascoltarlo, era un uomo di spettacolo, ballava, cantava, parlava, per trasmettere a chi aveva di fronte quella folla di personaggi immaginari, quelle geografie perdute che aveva nella testa».

Cosa ritroveremo a Bologna di questo universo?

«Il nostro obiettivo, e il nostro desiderio, quando abbiamo iniziato a pensare la mostra, dopo aver visto gli spazi bellissimi del Museo della Città, è stato proprio quello di creare un avvenimento unico, diverso dagli altri appuntamenti su Pratt che ci sono stati nel mondo. A Bologna l’attenzione sarà focalizzata più sull’artista e sull’uomo che sulle opere, pure presenti in modo importante. Ma sarà Pratt a essere al centro della mostra».

In che maniera?

«Abbiamo creato un lungo percorso che, attraverso l’utilizzo di materiali e linguaggi molto diversi, dalla fotografia i video ai quadri, ci accompagna nel cuore delle sue passioni, i viaggi, i film, le letture, tutte quelle fonti che hanno poi trovato la sintesi nel suo capolavoro, “Una ballata del mare salato”».

Che Pratt emerge dalla mostra?

«Un uomo che si nutriva di cultura, che si lasciava sedurre totalmente nelle tante sollecitazioni che collezionava nei suoi viaggi e che poi diventavano le tavole che lo hanno reso famoso. Questo aspetto della sua vita sarà evidenziato con l’uso costante di frasi e citazioni che introducono ogni sezione».

Le sue parole scandiranno la successione delle opere in mostra. A iniziare dalla “Ballata”...

«Sì, con le 164 tavole originali di Corto Maltese. Ma i visitatori avranno la possibilità d ammirare produzioni meno note e ormai introvabili, come i disegni di “Ticonderoga”, che sono stati riprodotti per l’occasione, le storie del “periodo argentino”, fine anni ’50, di Ernie Pike, il reporter tra gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, le illustrazioni di “Wheeling”, la saga ambientata nella frontiera americana, i tanti libri pubblicati per Bonelli. Un Pratt così non si era ancora mai visto».