Garisenda, il ministro Sangiuliano striglia il Comune: "Perché non ha posto prima il problema?"

Il titolare della Cultura sui ‘mali’ della torre: "No a polemiche, ma i fatti sono chiari". Sulla richiesta di Palazzo D’Accursio: "Sarebbe bello, possiamo lavorarci". Il rebus dei fondi: "Quindici milioni possono essere un buon punto di partenza"

Bologna, 30 ottobre 2023 – Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura del governo Meloni, il sindaco Matteo Lepore le ha scritto chiedendo che la Garisenda malata e gli Asinelli diventino patrimonio Unesco assieme ai portici. È possibile? Che tempi ci sarebbero per il riconoscimento?

Garisenda, il ministro Sangiuliano striglia il Comune
Garisenda, il ministro Sangiuliano striglia il Comune

"È una possibilità di cui già mi hanno parlato due amici bolognesi: il viceministro Galeazzo Bignami e la sottosegretaria Lucia Borgonzoni. Ho risposto al sindaco Lepore, con il quale voglio avere corretti e costruttivi rapporti istituzionali nell’interesse della città, di essere in linea di massima favorevole, anzi dico: sarebbe bello. Tuttavia, la vicenda va studiata con cura, tenendo conto dei target Unesco. Al ministero abbiamo un ufficio di eccellenti funzionari che si occupa di questo. I tempi li detta l’Unesco, con le sue regole e i suoi meccanismi, non noi. Da quando sono ministro abbiamo depositato una ventina di dossier all’Unesco: alcuni in dirittura d’arrivo e tutti a buon punto, sui quali mi sono impegnato personalmente. Ad esempio, è stato un successo evitare l’iscrizione di Venezia nell’elenco del patrimonio a rischio. Sarebbe stata un’ingiustizia e lo abbiamo evitato. Lavoreremo anche per Bologna con serietà e determinazione".

Deve cominciare un restauro della Garisenda che richiederà anni e ci vorranno ingenti risorse economiche. Aumenterete i 5 milioni di euro dal Pnrr già chiesti dalla sottosegretaria Lucia Borgonzoni?

"Quando la politica è seria su certe cose si affida ai tecnici, devono essere loro a dirci cosa va fatto e a disegnare l’intervento sulla base di dati strutturali. Per questo ho investito della vicenda il dottor Luigi La Rocca, direttore generale del Patrimonio, lo era anche con il mio predecessore, per una valutazione. Devo, però, ricordare che il bene è del Comune e che a norma del codice dei Beni culturali, la tutela spetta e compete all’amministrazione cittadina. Poi è chiaro che il destino della Garisenda ci sta profondamente a cuore, per la sua storia, per il suo valore e per ciò che rappresenta per una città come Bologna, ricca di patrimonio culturale. Posso anche aggiungere che per me è anche uno dei simboli dell’identità italiana. Questo è lo spirito dell’art. 9 della Costituzione, cui sono quasi devoto. Quanto alle risorse, siamo pronti a fare il nostro sforzo, se ai cinque milioni che può mettere il MiC ne aggiungiamo cinque del Comune e cinque della Regione, siamo ad un buon punto di partenza".

Sulla Garisenda a rischio a riaccendere i fari è stato il ministero della Cultura. Secondo lei c’è stata una colpevole sottovalutazione del problema da parte del Comune di Bologna?

"Non mi interessa fare polemiche, però, i fatti sono evidenti nella loro successione logica. Immagino che le torri fossero monitorate da tempo. Perché non si è posto il problema prima? Ma ripeto, ora lavoriamo a tutti i livelli per metterla in assoluta sicurezza".

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