Freddie Mercury, il ricordo di Cesare Cremonini a 29 anni dalla scomparsa

Il cantante bolognese lo ricorda con un post su Instagram, citando un passaggio da “Let them talk”, il suo nuovo libro nelle librerie dal 1 dicembre

Cremonini ricorda la scomparsa di Freddie Mercury

Cremonini ricorda la scomparsa di Freddie Mercury

Bologna, 24 novembre 2020 - “Oggi, 29 anni fa, ci lasciava Freddie Mercury”, ci ricorda Cesare Cremonini, con un post su Instagram. Un ricordo indelebile per intere generazioni, tutte quelle che hanno incrociato il passaggio dei Queen sulla scena mondiale, man mano che uscivano i loro successi negli anni '70 e '80. Ma anche per le generazioni successive, quelle che hanno scoperto e amato Freddie per il suo talento e il suo coraggio.

Cremonini ci regala un passaggio di “Let them talk. Ogni canzone è una storia”, il suo nuovo libro che esce il primo dicembre, in cui ricorda Mercury e il momento in cui da ragazzino si era appassionato alla sua musica.

“Io ho iniziato a vestirmi di giallo perché il mio armadio non mi consigliava bene. - riporta nel post - E perché a scuola erano tutti malinconici. Per giallo intendo gialle le scarpe, i jeans, i calzini, la camicia. Tutto. Una tinta unita accecante e pericolosa (per la mia incolumità). […] «Mettiamo su una band?». Era quel che potevano sentirmi dire al primo suono della campanella. - racconta Cremonini - E non me ne vergognavo. Mi ero semplicemente perso nei fraseggi lirici della voce di Freddie Mercury, a cui ero arrivato grazie alla musica classica. Mercury, una rockstar ambigua e stravagante, che vestiva con tutine a scacchi, agli antipodi di ogni moda del periodo. I Queen, la band che offriva champagne al pubblico durante i concerti e gli altri a scuola che osannavano la birra, cantando con lo sguardo nascosto dietro ai capelli ciondolanti e le unghie mangiate, di una certa Polly che voleva un cracker. Per essere “diversi” negli anni '90 non bastava suonare il pianoforte anziché la chitarra, una macchia indelebile nella biografia di un adolescente, serviva una cosa ancora più imperdonabile. Drammatizzare la felicità”.

Ed è proprio attraverso 'quell'essere diversi' che ci si ricorda di Mercury. Grazie a quell'unicità che l'ha portato a diventare non solo una star, ma una vera e propria icona. Mentre Cremonini si vestiva di giallo, intorno a lui c'era “un esercito di boscaioli del Wisconsin vestiti alla stessa maniera – ricorda –, ma non come quando di colpo va di moda un particolare marchio, proprio tutti uguali. Camicie di flanella a scacchi, buchi di sigaretta sulle t-shirt come segno di riconoscimento, scarponi da montanaro. I Nirvana assurti a colonna sonora di tutti gli adolescenti. I Take That sui diari delle fanciulle. Ecco a voi una classe di un qualsiasi liceo italiano, a Bologna nello specifico, ma potremmo tranquillamente essere a Seattle. Non sarà difficile notarmi, al centro della scena, in total look giallo. A dire il vero qualcosa rubava l’attenzione per contrasto in mezzo a tutto quel bagliore. Lo smalto nero sulle unghie, certo, e un boa di struzzo scintillante arrotolato al colletto. Polvere di brillantina intorno agli occhi. Classe”.

 

Il post di Cesare Cremonini su Instagram
Il post di Cesare Cremonini su Instagram

Freddie Mercury morì il 24 novembre 1991, a 45 anni, a causa di una broncopolmonite, ma fu comunque aggravata dalle complicazioni dovute all'Aids. Il 9 agosto 1986 andò in scema l'ultimo concerto dei Queen.

 

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