Sanremo 2022, Morandi ‘apre le porte’. Bologna sul palco dell'Ariston

Sarà lui a inaugurare stasera la prima puntata. Poi Cesare Cremonini pronto a lanciare il nuovo album, Celso Valli, Paolo Mengoli

Gianni Morandi

Gianni Morandi

Bologna, 1 febbraio 2022 - È "una brutta bestia, un parassita che lentamente infesta" quell’abitudine che Gianni Morandi canta stasera sul palco del Festival tra le pieghe di ‘Apri tutte le porte’, con l’ausilio di una grafica pop fatta di nuvolette, goccioloni e soli splendenti. Un tuffo nei suoi anni Sessanta orchestrato e diretto da Mousse T.

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"Quindici-vent’anni fa Tom Jones venne in un mio programma televisivo a cantare proprio ‘Sex bomb’, ma non sapevo che il produttore di quel pezzo fosse Mousse T.", racconta Gianni. "Così quando Jovanotti mi ha proposto di collaborarci assieme sono rimasto doppiamente sorpreso. Questo arrangiamento si rifà al mondo Motown, a Wilson Pickett, ad Otis Redding. Mondi evidentemente frequentati pure da Mousse T". Ieri Gianni, con l’irrinunciabile tutore alla mano sinistra, ha eseguito per l’ultima volta in prova il brano, che gli ha scritto l’amico Lorenzo dopo aver ascoltato esibirsi Massimo Ranieri: "Siamo amici e volevo ascoltarlo in prima fila".

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Stasera si ritroveranno su quel palco da avversari. "Come quando a ‘Canzonissima’ vincevo un anno io e quello dopo lui", racconta col pensiero ai tempi in cui li chiamavano i Mazzola e Rivera della canzone italiana. Per lui appuntamento speciale all’Ariston perché ‘Apri tutte le porte’ gli consente di festeggiare un doppio anniversario: il 60° anno di carriera e il 50° del suo primo Festival. Al podio Morandi c’è arrivato diverse volte, ma il palmares conta un’unica vittoria, quella dell’87 con ‘Si può dare di più’ in trio assieme a Tozzi e a Ruggeri.

Il Festival l’ha presentato nel 2011 con Belén Rodríguez, Elisabetta Canalis, Luca e Paolo e nel 2012 con Rocco Papaleo e Ivana Mrázová, quindi sa benissimo come affrontare questi cinque giorni ad alto tasso d’adrenalina. "Gareggiare, specie quest’anno, dopo l’incidente, per me significa ributtarmi nella mischia, ripartire e rimettermi in gioco. Se arrivo penultimo o ultimo in classifica, non cambierà nulla nella mia vita e nella mia carriera".

Dopo il triplete di Amadeus, lui il futuro di Sanremo lo vede rosa. "Penso che la Pausini sarebbe in grado di farlo. E così la Mannoia, un’altra capacissima di presentare e al tempo stesso scegliere le canzoni da ammettere alla gara. Ma ce ne sono anche altre, a cominciare da Elisa o Mara Maionchi".

L’idolo di Monghidoro e Giovanni Truppi, bolognese acquisito, ma anche Celso Valli, coautore del brano di  Iva Zanicchi, portano all’Ariston suoni e umori di una città che quest’anno lascia traccia sul palco dell’Ariston anche per la presenza di Cesare Cremonini, ospite della terza giornata di Festival per promuovere il suo nuovo album ‘La ragazza del futuro’, in uscita il 25 febbraio, per parlare del suo film su Lucio Dalla ("Focalizzerò un momento preciso della sua carriera, quello in cui si separa dal poeta Roberto Roversi e inizia a scriversi i testi da solo. A fine anni 70 Dalla trascina la musica, come aveva fatto Dylan in America, verso una forma di comunicazione sociale ma slegata dalle ideologie, in cui il pubblico è centrale: la privatizza dal punto di vista sentimentale") e, soprattutto, promuovere il suo tour, al via il 9 giugno da Lignano Sabbiadoro, con tappa finale all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola il 2 luglio. Sapore bolognese anche con Fio Zanotti, a Sanremosol e, allargandoci un po’ con i Calibro 35, imolesi.