Bologna Fc, Sartori: “Il futuro è con Thiago. Orsolini e Dominguez? Dipende da loro”

Il responsabile dell’area tecnica sabato sfida l’Atalanta, il suo passato: " Sono un po’ teso, ma anche felice di rivedere vecchi amici". E sui rinnovi manda un segnale chiaro

Bologna, 6 aprile 2023 – Non l’hanno visto arrivare. Mai. Con il Chievo, con l’Atalanta e ora con il Bologna: da trent’anni a questa parte Giovanni Sartori ribalta i sondaggi e le gerarchie del pallone con la forza delle idee. Perché a farlo con i milioni sono buoni (quasi) tutti.

Sartori, un anno fa si sarebbe mai immaginato che ad aprile il Bologna sarebbe andato a Bergamo con la possibilità di portarsi a meno 5 dall’Atalanta?

"Onestamente non me lo sarei aspettato. Anche se, come dissi il giorno della mia presentazione, il Bologna che ho trovato era tecnicamente superiore all’Atalanta del 2014, al mio arrivo in nerazzurro".

Sabato c’è la sua Partita. Che emozioni accompagnano il suo ritorno a Bergamo?

"Devo ammettere che mi crea un po’ di tensione: sono un po’ teso. Invidio chi dice che sono partite normali: per loro magari lo sono, per me non è una gara uguale alle altre. Ma mi fa anche piacere tornare, ritrovare amici e conoscenti".

Ha già sentito il suo ex presidente Percassi?

"No, non ancora".

Analogie tra Bergamo e Bologna?

"Sono due città che vivono di calcio, a Bergamo vivono per l’Atalanta, e in questi mesi ho capito che c’è grande attaccamento per il Bologna. Vedere ogni volta 25-26mila spettatori al Dall’Ara, questo è un termometro che fa capire quanto i bolognesi siano legati alla squadra. In questo momento si respira grande entusiasmo, dobbiamo essere bravi noi ad alimentarlo".

Tra i più entusiasti, c’è anche il presidente Saputo?

"Dopo la vittoria con l’Udinese, l’ho visto molto felice e devo dire che questa cosa mi ha reso contento: è stato bello vedere Joey così sorridente, parlare già del ritorno, di quando sarebbe rivenuto per rivedere il Bologna".

La quota 52 richiesta dal ‘Pres’ è ad appena 12 punti. Ma dove può e dove vuole arrivare questa squadra?

"Vuole provare ad arrivare più in alto possibile, ma ragioniamo domenica per domenica, in questo finale di stagione incontreremo le prime cinque delle prime 8, lì potremo capire ancora meglio il valore di questo Bologna".

Certo che le aspettative su di lei erano tante…

"Sì, ho sentito questa pressione: sembrava che solo con il mio lavoro potessi cambiare il destino del club. Invece non è così, io posso dare il mio apporto, ma serve quello di tutti".

Beh, Motta le sta dando una bella mano.

"Thiago ha tante qualità, e una prerogativa in particolare: è un perfezionista, un grande lavoratore, non lascia nulla al caso, soprattutto dà molto valore al quotidiano e al lavoro settimanale nel fare scelte per la partita".

Quando si è accorto di lui?

"Seguivamo i giovani dell’Atalanta in prestito allo Spezia - Piccoli, Colley e Kowalenko , così, gara dopo gara, abbiamo notato il bel gioco che esprimeva la squadra, l’organizzazione. Noi studiamo gli allenatori come studiamo i giocatori".

A proposito del ‘noi’: ma quanti collaboratori ha? Riesce a tenerne il conto?

"Sì, è facile. Ho portato le dodici persone che hanno sempre seguito, dal Chievo a Bergamo, da Bergamo a qui dove abbiamo trovato una società molto ben strutturata: in tutto ora saremo una quindicina. E giriamo, giriamo tanto: perché questa è sempre stata una mia fissazione, credo che più si veda con gli occhi e meno si rischia. Poi nessuno è infallibile".

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Torniamo a Thiago: ma alla fine resta o non resta il prossimo anno?

"E’ presto per parlarne, bisogna aspettare la fine del campionato. Sarebbe riduttivo dire che ha un contratto. Preferisco sottolineare che è stato iniziato un lavoro con lui, tutti insieme, sono state gettate le basi per l’inizio di un lavoro. Stiamo provando a fare un bel Bologna: sarebbe un peccato interrompere dopo un anno".

Ai tifosi, però, cosa diciamo per rassicurarli?

"Mi sento di spendere una parola positiva perché credo che la volontà di Thiago sia quella di andare avanti con il Bologna, così come quella del Bologna è di andare avanti con Thiago".

C’è molta preoccupazione anche sui rinnovi di Orsolini e Dominguez.

"Sono due situazioni che settimanalmente monitoriamo. La volontà della società è di andare avanti con loro, però ci vuole anche la volontà del giocatore. Per cui speriamo che il matrimonio avvenga. Ma le nozze si fanno in due: e da parte nostra, ripeto, c’è la volontà di andare avanti".

Invece la volontà di Arnautovic qual è?

"Anche qui è prestissimo per parlare di futuro. Marko è stato sfortunato quest’anno. Abbiamo sempre pensato che fosse un giocatore che potesse darci una grandissima mano e lo pensiamo tuttora, purtroppo il suo rendimento è stato frenato da questi tre infortuni che sono capitati uno dietro l’altro e ne hanno condizionato l’utilizzo".

Intanto in Olanda si sta facendo notare Van Hooijdonk.

"Non lo seguivo prima, da quando sono a Casteldebole sì. Il ragazzo sta facendo molto bene, ha una perecenutale minuti e reti altissima: va tenuto monitorato con grande attenzione".

Soriano, Sansone, Medel, De Silvestri: i senatori della squadra sono in scadenza. Ci può essere posto per loro nel Bologna di domani?

"Stanno dimostrando grande impegno e professionalità. Sansone oggi è titolare, gli altri sono entrati benissimo con l’Udinese: questo dice quanto sia forte questo gruppo, loro ne sono parte integrante. Però è presto per tutti, dipenderà anche dal tipo di classifica che ci sarà alla fine. Noi dobbiamo parlare a campionato chiuso, capisco che i ragazzi preferirebbero parlare ora. Ma noi oggi le risposte definitive non le diamo a nessuno".

Posch e Moro?

"Di entrambi abbiamo il diritto di riscatto, a fine stagione vedremo il da farsi".

Si immaginava un exploit così, come per lo stesso Ferguson?

"Sono ragazzi che vengono da paesi diversi, avevano bisogno di integrarsi, di un tempo d’adattamento. Lewis ha avuto difficoltà ambientali, di lingua, alimentari. C’è voluta pazienza, poi tutti e tre sono stati bravissimi nel cogliere la loro opportunità. Certo, se poi mi chiedete se mi aspettasi che Posch segnasse 5 gol in 21 presenze, beh, neanche sotto tortura l’avrei detto".

E neanche sotto tortura lei ci rivelerà di essere stato vicino alla Juventus un anno fa.

"Io non ho avuto nessuno tipo di contatto. Poi non so se loro abbiano pensato a te, non posso dirlo io".

Ma poi vuole mettere come si viva meglio qui rispetto a Torino...

"Mi piace tantissimo Bologna. E poi come si mangia qui… sono pazzo della lasagna verde, perché la fanno come la faceva mia madre. L’altra sera ero a casa da solo, ne ho preso un bel pezzo al pastificio, l’ho messa in forno e me la sono proprio gustata".

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