Nella società di oggi, il concetto di felicità sembra quasi irraggiungibile. Si tende ad omologarsi alla massa, a seguire le mode e i trend, a non avere più un pensiero critico. Questo porta l’individuo alla privazione della propria identità, alla depressione, al desiderio di avere sempre di più, non accontentandosi dei propri averi e delle piccole cose. Nonostante, nel 2025, ci siano tutte le possibilità di avere una vita soddisfacente e serena, ci focalizziamo continuamente su ciò che non abbiamo, ed inseguiamo ideali di perfezione e conformismo.
In una popolazione materialista, resa superficiale e vuota dall’avere tutto e subito, dalla repulsione per la conoscenza della verità, si rischia di incorrere in disinformazione e di adottare comportamenti sbagliati. In passato, benché la tecnologia fosse meno avanzata e le persone fossero più povere, la vita, seppur difficile, era più gioiosa e appagante: tutti si accontentavano di poco e apprezzavano i piccoli gesti come sorrisi e abbracci. Come insegna questo spettacolo, la felicità è assaporare la pioggia, ascoltare il canto dei grilli e meravigliarsi leggendo una poesia. Siamo d’accordo con il collettivo Sotterraneo: la cura contro l’infelicità è ‘sprofondare nel pensiero’.
Classe 1^A – Liceo linguistico ‘Ilaria Alpi’ di Cesena