
Il poeta Stefano Simoncelli
Cesenatico, 21 maggio 2025 – È mancato all’alba. Come a lui non sarebbe dispiaciuto. In quel passaggio tra il buio e la luce che rischiara, finalmente senza più dover abbandonare i suoi cari fantasmi: la moglie, la madre, il padre, qualche amico. Al dunque accompagnato a loro, in quel realismo crepuscolare mai davvero pacificato che travasava nelle sue liriche. Con loro il poeta Stefano Simoncelli ha condiviso la sua esistenza e li ha lasciati navigare nella sua poetica fatta di voci perdute ed echi di passi, nebbie esistenziali e reali, incubi urbani, richiami di fari struggenti nelle notti davanti all’Adriatico. C’era tanto di Cesenatico nella sua poetica. Lì era nato 75 anni fa e lì, dalla sua casa sul porto canale, aveva annodato fili inscindibili anche se negli anni sono state le colline che dominano Acquarola il suo più usuale panorama. Qui aveva vissuto con la prima moglie Patrizia, morta prematuramente nel 2005 ma malinconicamente e ossessivamente presente in numerosissime sue poesie, poi con il suocero. Successivamente si era sposato con Daniela, che lo ha assistito nei suoi ultimi giorni. "Sto morendo…", diceva agli amici che lo incontravano negli ultimi tempi. Ma lui con la morte ci scherzava da sempre, corteggiandola con una vita in cui non si era negato nulla di ciò che rende fragile la salute, e quel commento appariva provocatorio. Ma era un poeta, un vero poeta capace di emozionare. Solo un poeta e nient’altro (anche se qualche onore se l’è conquistato da tennista), come ormai è difficile che sia in un mondo in cui la poesia è ancella di altro. Aveva fatto trepidare la città, e i tanti che lo apprezzavano e hanno tifato per lui, quando nel 2023 era entrato nella finale del Premio Strega di Poesia. Aveva sfiorato il podio piazzandosi al quarto posto, ma per chi lo ha amato la vittoria l’ha portata a casa comunque e il Comune di Cesena gli ha attribuito un riconoscimento.
La sua biografia racconta degli esordi negli anni ’70, con la rivista "Sul Porto", fondata insieme Ferruccio Benzoni, Walter Valeri e Alessandro Casagrande, e degli scambi successivi con alcune importanti figure del panorama letterario italiano tra cui Pier Paolo Pasolini e Attilio Bertolucci. Ha vinto premi e riconoscimenti e si è fatto apprezzare in città per la sua presenza in numerose occasioni di reading di poesia tra cui quelle organizzate con l’associazione Poesis e in Corte Dandini, quest’ultima diventata una consuetudine ormai collaudata pur con altri poeti. Lascia una ventina di sillogi tra cui "Giocavo all’ala", "La rissa degli angeli", "Stazioni Remote" , "A beneficio degli assenti", "Hotel degl’introvabili","Sotto falso nome". In una delle ultime "…e molto presto potrai ritrovarmi / dietro al ritmo dei tuoi passi / che non hanno più eco / e non possono averla". Alla sua scomparsa ha fatto seguito un profondo cordoglio. Scrive il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli: "E’ stato uno dei protagonisti della vita culturale e letteraria di Cesenatico insegnando a tutti noi come anche la provincia possa arrivare alla ribalta nazionale grazie al talento". Oggi alle 14 sarà allestita la camera ardente a Casa Moretti, domani l’ultimo saluto con trasferimento alle 15 al cimitero di Tipano.