
L’assessore Luca Ferrini. (a destra) con un adetto alla vigilanza privata
Assessore alla sicurezza Luca Ferrini, le proteste per ciò che accade intorno al complesso scolastico del ‘Cubo’, in zona stazione, non si placano. "L’inchiesta del Carlino, che ha evidenziato criticità anche nella zona della palestra frequentata da giovani atleti nelle ore pomeridiane e serali, ci pone purtroppo davanti a problematiche che devono essere immediatamente affrontate. Faccio appello a tutte le persone coinvolte, chiedendo di segnalare ai competenti uffici comunali e provinciali qualsiasi tipo di criticità a riguardo, in modo da permetterci di trovare le migliori contromisure".
Segnalazioni erano già state avanzate, in più di un’occasione. Per esempio in relazione alla richiesta di installare delle luci in corrispondenza dell’accesso alla palestra. "Purtroppo i tempi di reazione del settore pubblico non sono paragonabili a quelli di un privato. Servono iter che richiedono tempo, spesso mesi. Ci stiamo lavorando. Sul caso specifico sono poi particolarmente favorevole: illuminare una zona, è un’otitma risposta alle cattive frequentazioni, che nel buio si trovano perfettamente a loro agio. Ma c’è dell’altro".
Cosa? "Non è questione di rivendicare azioni già compiute, ma i dati di fatto sono importanti. Abbiamo investito somme importanti per mettere a terra un intervento che in relazione al ‘Cubo’ può e deve essere risolutivo, ma che ancora non lo è stato: le saracinesche che delimitano l’area dei accesso in superficie sono state collocate e ora devono essere utilizzate. Con quelle, in abbinamento alla chiusura della saracinesca sulla rampa dedicata alle auto che dovrà aprirsi soltanto attraverso un sistema di lettura targhe dei veicoli degli abbonati, gli intrusi non potranno più entrare".
Eppure ancora entrano. "Se le saracinesche ci sono, bisogna usarle, su questo non ci sono questioni. E’ una faccenda di responsabilità collettiva, che è cruciale. Per arginare e risolvere il problema, ognuno deve fare la sua parte, senza cercare di delegare ad altri".
Torniamo al tema della palestra. "Non è accettabile che ci siano famiglie, ragazze o ragazzi che rinunciano a svolgere un allenamento perché non si sentono sicuri. Insieme, come comunità, dobbiamo fornire le risposte adeguate. Il Comune, la Provincia, le società sportive… Tutti".
La richiesta è potenziare il presidio delle forze dell’ordine. "Garantiamo ampia copertura negli orari di entrata e uscita dalle scuole e ora, alla luce di questi nuovi sviluppi, siamo pronti a rilanciare, garantendo passaggi ad hoc in zone specifiche anche durante gli orari segnalati, a partire da quelli dell’imbrunire". Che impatto avrà la riqualificazione dell’area della stazione? "E’ un progetto gigantesco, nel quale ripongo grande fiducia. Il punto non è realizzare un giardino dove fino a oggi c’è il cemento: il verde è sempre bello, ma per trasformare una zona, bisogna renderla ‘viva’. Servirà lavorare in maniera concreta per portare all’apertura di locali, chioschi, attività commerciali che possano restare aperte a lungo incentivando le buone frequentazioni. Le buone frequentazioni scacciano sempre quelle cattive. E’ un dato di fatto".
La vicinanza della stazione evidentemente non aiuta. "Capovolgo l’approccio. E’ indiscutibile che in tutto il mondo le stazioni ferroviarie siano un nervo scoperto in senso di rischi di degrado. Nel nostro caso però ritengo che la vicinanza del polo scolastico non sia un problema, ma una possibile soluzione. Torno sul punto: una comunità studentesca brulicante tiene alla larga altre frequentazioni. I rischi aumentano quando la zona si spopola. Dobbiamo evitare questo, invitando i cesenati a ‘vivere’ quell’area anche quando le scuole chiudono i battenti".