Alluvione, l’editore di Cesena: “Novemila volumi da buttare”

Maurizio Casalini racconta le ore convulse della piena del Savio: l’acqua è salita a un metro e 70 di altezza. “Queste stanze sono state un cenacolo di cultura, ora c’è solo desolazione”

Cesena, 21 maggio 2023 – Una vita di sacrifici cancellati in una manciata di minuti. Quelli che bastano per trasformare la routine quotidiana in un terreno inesplorato fatto di danni e devastazione. La storia del cesenate Marzio Casalini è un simbolo. Il simbolo della drammatica situazione che in queste ore stanno vivendo decine di migliaia di persone in Emilia-Romagna, costrette a una conta dei danni da far piegare le ginocchia a chiunque. Non solo sotto l’aspetto economico, ma anche emotivo. Perché lì, nelle case fatte di oggetti, di mobili e di ricordi, nulla è rimato com’era la settimana scorsa.

Maurizio Casalini lotta contro il fango per salvare i suoi libri
Maurizio Casalini lotta contro il fango per salvare i suoi libri

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Casalini, tra le mura domestiche ci sono anche quelle della sua casa editrice ‘Il Ponte Vecchio’. Un nome che, testimoniando la vicinanza al fiume Savio, di questi tempi dice moltissimo. Cosa ha perso?

"La risposta più facile e immediata è un numero: novemila, come le copie dei libri che sono stati distrutti dalla rabbia della corrente. Ma ovviamente c’è molto altro, perché i danni sono davvero ovunque, a partire dagli scaffali che ospitano i volumi e arrivando agli infissi, ai mobili e a grandissima parte degli oggetti presenti al piano terra".

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È stato un evento imprevedibile?

"Credevo di essere preparato. Avevo seguito le allerte meteo, altre volte c’erano stati problemi con le piene, immaginavo che al massimo dalle mie parti potessero arrivare una trentina di centimetri d’acqua. Avevo preparato assi e sacchi".

E invece?

"Magari 30 centimetri… Siamo arrivati a un metro e 70. E forse anche qualcosa in più".

Come ha reagito?

"Ero a casa. Appena ho saputo della prima esondazione, sul lato opposto del fiume rispetto a quello dove abito, ho prima di tutto pensato alla sicurezza, accompagnando mio padre e mia madre al piano superiore, al sicuro. Ho trasferito anche i computer. Credevo di avere altro tempo, ma mi sbagliavo. Ho guardato fuori dalla finestra, la mia auto era circondata dall’acqua. Passata la piena è passato il carroattrezzi per rimuoverla. Resta da vedere se riuscirò a rimetterla in moto".

Da dove è entrata l’acqua?

"Da tutte le parti. Abito a una distanza di circa 150 metri in linea d’aria dal fiume, che non sono bastati per rallentare la forza d’urto".

I locali del piano terra erano un simbolo del suo mondo. Il punto nevralgico di incontri, riunioni, momenti conviviali.

"Spero di salvare il grande mobile a parete. È di qualità, di quelli di una volta, come si dice… Ora è buttato a terra, coperto di fango, mi auguro di rivederlo presto al suo posto originale, ripulito e pieno di libri".

Parliamo dei libri.

"Due magazzini sono stati fortemente danneggiati. Sono quelli che ospitano i volumi più recenti e più richiesti, i più facili a raggiungere. E dunque i più vicini. Appunto".

Una parte era in casa.

"Per di qua, faccio strada. Ecco cos’è rimasto: una serie di scaffali le cui prime file sono tutte da buttare, ma che ora non posso buttare, perché se tolgo i volumi danneggiati deformo la struttura delle librerie in truciolato, zuppe d’acqua: non reggerebbero".

Dunque?

"Aspetto. Aspetto di riuscire a fare una cernita, mettere da parte ciò che si è salvato e dire addio al resto".

Il primo passo è ripulire la casa dal fango che arriva fin sulla prima parte della scala interna.

"Ci sono tante persone (moltissimi giovani) che stanno offrendo il loro tempo e il loro impegno per aiutare me e i tantissimi altri come me. E’ da qui, è da loro, che ripartiremo".