
’Bufalini due’, la strada è in salita "Fine lavori? 2030 data realistica"
di Elide Giordani
Lievitano i costi e forse anche i tempi. Il tema è quello epocale della realizzazione del nuovo ospedale Bufalini che, secondo le previsioni, dovrebbe vedere posata la sua prima pietra proprio nel 2023. Il progetto è innegabilmente complesso (ancor più complicato dagli input emersi dalla pandemia) e tale complessità associata alla crisi energetica cui ha fatto seguito l’aumento dei prezzi delle materie prime rappresenta la cornice in cui una revisione della road map del ‘Bufalini due’ appare quanto meno inevitabile. Il progetto definitivo (che si può visionare su un apposito sito online aperto dal Comune) firmato dallo Studio Altieri di Thiene (Vicenza) comportava un impegno economico previsto di circa 196 milioni di euro, di cui 156 messo a disposizione dal ministero della Salute, oltre a una quota di mutuo e alienazioni di beni aziendali. L’imperfetto è d’obbligo poiché ad oggi i conti sono cambiati.
Di quanto?
"La nostra direzione generale - risponde Enrico Sabatini architetto di Ausl Romagna e responsabile unico del procedimento - ha già richiamato una cifra intorno ai 300 milioni di euro. Un conto finanziario congruo con il nuovo scenario in cui i costi dell’energia hanno impattato fino al 50 per cento. Peraltro nella cifra iniziale non erano previste le attrezzature sanitarie. Quel finanziamento tuttavia ci ha dato modo di arrivare alla fase attuale, ed è già un passo importante".
L’ultima notizia da fonti istituzionali relativa al nuovo nosocomio è quella del 18 gennaio. Si parlava di apertura della conferenza dei servizi sul progetto definitivo, ossia il confronto tra le amministrazioni pubbliche coinvolte, Asl Romagna, Comune di Cesena, Provincia, Regione, Autorità di bacino. Cosa è emerso da quell’incontro?
"Sono state avanzate osservazioni ciascuno sui temi di competenza. L’Asl ha interrotto il procedimento di approvazione per discutere quali opere compensative, di solito di natura ambientale, ossia un parco o un giardino, debbano, forse (ma la questione è dibattuta), essere previste nel territorio che ospiterà la nuova struttura. Stiamo trattando con il Comune, alla fine ci sarà una nuova conferenza dei servizi".
Nel gennaio del 2021, in occasione della sottoscrizione del contratto con lo studio Altieri, si è parlato di avvio dei lavori nel 2023. Ci siamo?
"Negli ultimi due anni siamo stati travolti da una serie di fatti negativi imprevedibili, non si è perduto l’obiettivo ma si sono sommate difficoltà alle quali stiamo cercando di dare risposte. La nostra direzione generale è attenta anche al piano finanziario. Sono in corso soluzione che riguardano fondi di investimento di altri enti pubblici come l’Inail. La conferenza si dovrebbe concludere entro l’estate, per quel tempo avremo un quadro economico che ci consentirà di procedere verso la gara d’appalto". Quando ipotizzare una fine lavori? Si era detto il 2025 poi il 2030…
"Il 2030 è una data realistica, non voglio dire ottimistica perché credo che ce la potremmo fare".
Quali saranno le modalità degli appalti?
"A conclusione della conferenza ci confronteremo per una procedura di affidamento in linea con i principi che ci chiederanno i fondi".
Le emergenze elencate hanno cambiato il progetto?
"Sono state adottate condizioni migliorative per rispondere anche alle situazioni emergenziali, che ci auguriamo non ricapitino, ma che sarebbe stato errato non raccogliere".
Cosa sta succedendo oggi nell’area dove sorgerà l’ospedale?
"Dopo diverse verifiche archeologiche, belliche e ambientali, che hanno anche rassicurato circa un possibile inquinamento dell’area, stiamo organizzando interventi propedeutici come lo spostamento di un fosso ed altro. Contestualmente l’area è stata riaffittata compatibilmente con i lavori, per un tempo breve, ad un’azienda agricola che la tiene in ordine e la coltiva a produzione estensive".