ANNAMARIA SENNI
Cronaca

"C’è un impoverimento del ceto medio"

Marinelli (Cisl) spiega che si deve intervenire sul tema salari, partendo dai rinnovi dei contratti nazionali

Francesco Marinelli, Cisl Romagna, spiega che siamo in una fase di contenimento dell’inflazione

Francesco Marinelli, Cisl Romagna, spiega che siamo in una fase di contenimento dell’inflazione

Francesco Marinelli, segretario generale Cisl Romagna, i salari sono fermi e i prezzi alle stelle. C’è una soluzione?

"Purtroppo è un trend che si conferma, perché anche se siamo in una fase di ulteriore contenimento dell’inflazione (2%) permane un gap che pesa sulla capacità di spesa delle famiglie, rispetto ai rinnovi contrattuali che in molti casi non riescono a compensare questa situazione".

Quali i prezzi che aumentano maggiormente? "Partiamo dal carrello della spesa. I beni alimentari crescono sempre più. Ma crescono anche i servizi e i trasporti".

Il quadro generale è critico? "Purtroppo sì. Pensiamo al tema energetico, al fatto che c’è stato un problema legato alle fluttuazioni del costo dell’energia. Altro tema che ci preoccupa è quello legato all’aumento degli affitti delle case. Questo pesa sui bilanci familiari".

Come si può intervenire? "Bisogna intervenire in maniera molto forte sul tema dei salari. La prima risposta che possiamo dare è il rinnovo dei contratti nazionali. Noi siamo impegnati a tutti i livelli e purtroppo abbiamo affrontato difficoltà nel rinnovo dei contratti nazionali".

Cosa fare per aumentare i salari? "In primis, appunto, c’è il rinnovo dei contratti nazionali. C’è poi la necessità di incidere sulla leva fiscale, provando a intervenire su un altro aspetto che ci sta molto a cuore e cioè una riforma fiscale che possa dare sollievo soprattutto alle fasce più deboli, e questo è un tema politico che è sulla nostra agenda: cioè intervenire sulle tasse, perché questo darebbe più respiro alle fasce più deboli, ma non solo a quelle".

Quali sono le altre fasce in difficoltà? "Oltre alle fasce deboli della popolazione, negli ultimi anni c’è stato un impoverimento e uno scivolamento del ceto medio, per questo serve una riforma fiscale. Come Cisl, negli ultimi mesi, abbiamo insistito sulla necessità di un patto sociale, per mettere d’accordo le parti sociali e il Governo per affrontare i temi critici: salari, innovazione delle imprese, competenze, qualità del lavoro, perché oggi sempre più si parla di lavoro povero".

Come lo vede il futuro? "Ci sono alcuni dati (e sono dati che purtroppo riguardano già il presente) che non sono rassicuranti. Dal rapporto Istat sulla povertà in Italia e sulle condizioni di vita nel 2024, emerge che abbiamo una popolazione a rischio di povertà ed esclusione sociale pari al 23.1%. In Italia 13 milioni e mezzo di persone nel nostro Paese vivono a rischio povertà o esclusione sociale, cioè 1 su 4 vive in condizioni di rischio di povertà o esclusione sociale. Nella nostre comunità, abbiamo bisogno di far ripartire l’economia, ma soprattutto le persone e le famiglie. Non è solo un problema di rinunciare alla vacanza, o al pranzo al ristorante. Stiamo parlando di un quadro diverso legato ai consumi internazionali. Alcune persone rinunciano addirittura alle cure.

Però, dando una sbirciatina ai ristoranti, spesso trovi tavoli pieni a pranzo e a cena, come mai? "È un obiezione che mi hanno fatto tante volte. Il tema vero è che noi nei ristoranti vediamo una piccola parte del paese, e non ci dobbiamo dimenticare che c’è tuta una parte della società che vive in difficoltà, nell’ombra e nell’invisibilità. E quella immagine (di locali pieni) può essere una sorta di illusione, legata anche alle abitudini di chi, sempre più spesso, lavora fuori casa".