Cesena calcio, ecco perché il tribunale ha chiesto il fallimento

Ci sono troppi punti oscuri nella gestione dell’Associazione Calcio Cesena, oltre a una voragine di debiti che non consente la prosecuzione dell’attività

L’Ingresso della sede del Cesena

L’Ingresso della sede del Cesena

Cesena, 27 giugno 2018 - Ci sono troppi punti oscuri nella gestione dell’Associazione Calcio Cesena, oltre a una voragine di debiti che non consente la prosecuzione dell’attività. Lo scrivono a chiare lettere i pubblici ministeri Filippo Santangelo, che reggerà la Procura della Repubblica di Forlì fino al 4 luglio, quando si insedierà il nuovo procuratore Maria Teresa Cameli, e Francesca Rago, nella richiesta di fallimento presentata al Tribunale civile una settimana fa, il giorno dopo che l’Agenzia delle Entrate aveva respinto la seconda proposta di transazione fiscale presentata dal Cesena (l’udienza non è ancora stata fissata).

I punti oscuri riguardano, per esempio, le plusvalenze ricavate da cessioni milionarie di giovani calciatori, quasi sempre inconsapevoli della supervalutazione, a fronte delle quali c’era l’acquisizione dalla stessa società di altri giovani per cifre analoghe. Per la cassa le entrate e le uscite si compensavano, ma il bilancio si gonfiava fino a raggiungere i parametri che consentivano l’iscizione al campionato successivo. Si accumulava Iva da versare all’Erario, ma non rappresentava un problema immediato perché i versamenti non venivano effettuati. In questo modo il Cesena Calcio è arrivato ad accumulare un debito fiscale che l’Agenzia delle Entrate ha quantificato in 40 milioni di euro.

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Delle plusvalenze di era già parlato grazie all’inchiesta di Pippo Russo di Calciomercato.com ripresa anche da ‘Striscia la notizia’, invece non era mai emersa la notizia che nel 2014 l’Ac Cesena aveva acquisito la maggioranza dell’immobiliare Eurocostruzioni 2001 i cui soci erano per la maggior parte anche amministratori del Cesena e soci della cooperativa Cesena & Co che controlla il 99,9% delle quote dell’Ac Cesena spa. L’acquisto era stato effettuato per circa tre milioni, ma la partecipazione era poi stata rapidamente svalutata nel bilancio. Secondo la Procura, i soci che cedettero le loro quote incassarono 2,75 milioni, con un guadagno di 2,34 milioni rispetto al valore delle quote cedute. Al 30 giugno 2017 il valore della Eurocostrzioni 2001 si era ridotto a 1,76 milioni, con una perdita per l’Ac Cesena di oltre 1,5 milioni.

Gli elementi e le considerazioni che hanno indotto la Federazione Italiana Giuoco Calcio a chiedere il commissariamento del Cesena sono gli stessi. L’udienza davanti al Tribunale delle imprese di Bologna è stata fissata per venerdì prossimo, 29 giugno, giorno di scadenza dell’iscrizione alla Serie B. I tifosi si chiedono se il Tribunale darà subito il via all’amministrazione straordinaria per preservare il patrimonio e la continuità aziendale del Cesena, come prevede l’articolo 2409 del Codice civile, e se il commissario riuscirà a iscrivere la squadra alla Serie B.